L’operatore di private equity britannico Pamplona Capital Management ha comprato il 5,01% del capitale di UniCredit, diventando il secondo azionista di Piazza Cordusio dietro ad Aabar, fondo sovrano di Abu Dhabi, e davanti ai libici, che detengono complessivamente il 4,6% della banca. Pamplona, però, è un fondo britannico soltanto in apparenza: creato nel 2001 e tutt’ora presieduto da Alex Knaster, ebreo nato a Mosca ma cittadino americano, ex amministratore delegato di Alfa Bank ma soprattutto ex direttore generale di Sidanco, settima compagnia petrolifera russa.
Knaster è vicino al presidente Vladimir Putin, come emerge da un articolo pubblicato proprio oggi dal New York Times. Il quotidiano statunitense, nel dare la notizia del Genesis Price, riconoscimento da un milione di dollari a chi eccelle nel rispetto dei valori ebraici presentato oggi dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, spiega che l’inziativa è stata ideata da tre oligarchi che nel 2007 – assieme ad Alex Knaster – hanno fondato il Genesis Philanthropy Group, fondazione che si occupa di promuovere l’identità ebraica tra gli ebrei russi sparsi nel mondo.
Fonti finanziarie spiegano a Linkiesta che Pamplona potrebbe anche essere il veicolo con cui sono usciti allo scoperto gli investitori kazaki legati al presidente Nazarbayev, del cui interesse si era avuta notizia, poi smentita, a inizio gennaio quando era in corso l’aumento di capitale. L’operazione è stata effettuata dalla controllata lussemburghese Pgff, veicolo costiuito lo scorso maggio e avente come oggetto sociale «l’acquisto di partecipazioni e interessi in qualsiasi forma, in Lussemburgo o in imprese straniere».
Il deal è stato orchestrato da Deutsche Bank. Come si legge in una nota della società, la banca tedesca ha effettuato un prestito per l’acquisto di 174,8 milioni di azioni ordinarie di Unicredit – per un esborso di circa 419,5 milioni di euro alle quotazioni attuali – pari al 3,02% del capitale sociale, incrementando così la quota del fondo britannico dall’1,99% all’attuale 5,01 per cento. La transazione è avvenuta tramite lo scambio di opzioni put e call (vendita e acquisto) su 290 milioni di azioni dell’istituto guidato da Federico Ghizzoni.
L’operazione finanziaria con Deutsche Bank prevede opzioni put ed opzioni call su 290 milioni di azioni UniCredit, che potrebbero essere regolate in contante o mediante consegna fisica delle azioni a discrezione di Pgff Luxembourg. «Tali opzioni», recita la nota, «sono finalizzate sia a garantire un valore minimo delle azioni UniCredit sia a consentire al fondo di trattenere eventuali incrementi del valore delle azioni fino ad un livello significativo al di sopra dell’attuale prezzo di mercato». La principale banca italiana per asset diventa sempre più internazionale: dopo la Libia e gli Emirati Arabi, stavolta è la Russia a mettere una bandierina in Piazza Cordusio.