Nell’era italiana dei governi tecnici e in pieno terremoto emiliano, il nuovo direttore generale dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Massimo Ghilardi, non è propriamente un tecnico. Anzi: colui che amministrerà l’organo che monitora il rischio sismico italiano vanta una laurea in Scienze motorie e una in Sociologia politica e delle istituzioni.
«Dopo aver proceduto all’intervista di un candidato ulteriore rispetto a quelli che hanno partecipato alla procedura selettiva indetta dal presidente pro tempore Giardini, individuato dal presidente nella persona del dott. Massimo Ghilardi, il Consiglio, dalla valutazione del curriculum e dei contenuti dell’intervista, delibera di nominare il dott. Ghilardi quale Direttore generale dell’Ingv. L’avvicendamento con il Direttore generale attualmente in carica avverrà tra il 1/9/2012 e il 1/10/2012». Questa la mail inviata oggi al personale dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) dal suo presidente Stefano Gresta.
Oltre che dal presidente – indicato dal ministro dell’Istruzione Profumo nel marzo scorso – il Consiglio di amministrazione dell’Ingv è composto di due membri proposti dalla «comunità scientifica di riferimento», Antonio Meloni e Alessandro Pino, e due di nomina ministeriale, Domenico Giardini (ex presidente Ingv, nominato dal ministro Gelmini e dimessosi nel gennaio scorso) e Bernardino Chiaia, vice rettore del politecnico di Torino. Secondo lo Statuto dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, «il direttore generale è nominato dal presidente su parere conforme del consiglio di amministrazione ed è individuato tra persone di comprovate capacità amministrative, organizzative e gestionali».
Il curriculum vitae di Massimo Ghilardi ci dice che è laureato in Scienze motorie all’I.S.E.F. dell’Università Cattolica di Brescia e in Sociologia politica e delle Iitituzioni presso l’Università di Urbino. Attualmente lavora come dirigente ministeriale al ministero dell’Università e della ricerca. «Il consiglio di amministrazione dell’Ingv, pur non all’unanimità, ha evidentemente trovato interessante tale curriculum forse perché porterà all’Ente nuove competenze finora mancanti», ha commentato l’Anpri, Associazione nazionale professionale per la ricerca.
Massimo Ghilardi era stato oggetto delle attenzioni dei media già in occasione della sua nomina al Miur, «avvenuta con chiamata diretta per comprovate e qualificate esperienze professionali, a dirigente non solo della direzione generale della Ricerca, ma anche come responsabile dell’ufficio competente in riforma, riordino, vigilanza e finanziamento degli enti di ricerca…». Così aveva scritto Il Fatto Quotidiano, che nel luglio 2011 collocava Ghilardi nell’area di influenza della coppia Gelmini-Frattini anche in ragione del suo ruolo di «tesoriere di Liberamente, la corrente-Fondazione in ascesa nel Pdl e capitanata da Franco Frattini, dalla stessa Gelmini e Mario Valducci». Nella sua home page la Fondazione «propone un modello di società in cui sulla base del merito e dell’impegno, positivo e creativo, ognuno abbia l’opportunità di crescere, partecipare e realizzarsi».
A proposito di merito, può essere utile scorrere l’elenco dei candidati che erano stati prescelti nella chiamata originale per la carica di direttore generale del 27 ottobre 2011 (verbale N04/2011, allora presidente D.Giardini). Oltre a Ciro Franco, Luciano Lucchetti e Francesco Venerando, troviamo Fabrizio Tuzi, direttore generale del Cnr e Tullio Pepe, già direttore amministrativo di Ingv e direttore generale dopo la morte, nel 2007, di Cesidio Lippa.
A vedere gli altri nomi, le alternative tra cui il cda dell’Ingv avrebbe potuto scegliere erano piuttosto valide e neppure troppo impraticabili. Ma il presidente dell’Ingv ha dichiarato che la sua proposta si è basata «oltre che sul curriculum, anche sulle più che positive valutazioni espresse da funzionari Miur e Presidenti di altri enti di ricerca. L’esito del colloquio sostenuto dal Dr. Ghilardi di fronte ai componenti del cda è stato altresì molto positivo. Sono unicamente questi gli elementi che hanno portato il Cda alla sua determinazione».