Pagina 35 del Corriere della Sera di oggi. Monumentale intervista a tutta pagina a Francesco Gaetano Caltagirone, concessa alla firma importante di Massimo Mucchetti. I massimi sistemi sono – si sa – i più facili da trattare. E quindi, Europa, politica, governo Monti, uscite improvvide di Berlusconi. E poi ancora, liti e divisioni nel salotto buono cui Calta partecipa da posizione forte, avendo acquisito partecipazioni in ogni angolo: e qindi Geronzi, Perissinotto, Generali, perfino Bernheim (pace all’anima sua), Mediobanca, Mediobanca di Cuccia e Maranghi, Mediobanca di oggi. E poi ancora Unicredit, Mps, Impregilo divisa tra Gavio e Salini (“Non mi faccia litigare…”). Ecco, sentire cosa pensa l’imprenditore “più liquido d’Italia” (così viene ancora una volta definito) ci interessa anche (forse).Ma se avesse avuto l’opportunità di dirci anche qualcosa sul suo modello di business, su quella montagna di debiti (spesso contratti con le banche di cui è socio e amministratore) su cui è seduto anche lui, e su quali prospettive vede per un business (quelle delle costruzioni, destinato a soffrire ancora a lungo), forse ci sarebbe interessata di più. E invece, in una paginata intera, abbiamo trovato soprattutto il Caltagirone filosofo. Aspettiamo la prossima volta, per ascoltare il Caltagirone imprenditore e anche – già che ci siamo – per il Caltagirone che finanzia generosamente un pezzo di politica italiana, cioè l’Udc del genero Pierferdinando Casini.
22 Giugno 2012