Pizza ConnectionUn hacker di Anonymous dopo l’attacco a Grillo: “basta anarchia, torniamo all’antico”

Un hacker di Anonymous dopo l’attacco a Grillo: “basta anarchia, torniamo all’antico”

L’attacco al sito di Grillo? «Una smargiassata senza senso», così risponde a Linkiesta uno degli Anonymous italiani più “anziani”. «Ci sono ragazzini con ottimi rudimenti di informatica, che procedono per i fatti propri – spiega di nuovo – senza aver compreso la filosofia del movimento». Ma dal Corriere della Sera l’autore della attacco al sito del comico si difende e rilancia: «L’attacco non è nato come un’operazione di Anonymous. Alcuni membri del gruppo Anonymous italy, dopo avere appreso la notizia che il sito di Grillo era caduto hanno concordato tra loro un comunicato attribuendosi la paternità dell’accaduto».

Comunicato che poi sparirà dal sito ufficiale degli Anonimi italiani, per lasciare spazio a una presa di posizione più soft in cui si scriveva che Anonymous “è una rete completamente autogestita il suo fine è mettere a disposizione di ognuno gli strumenti di protesta informatica, nessun utente può garantire del comportamento dell’altro, ognuno ha diritto a sviluppare liberamente il propio dissenso, purchè non sia manifestamente discriminatorio verso religione, etnie, orientamenti sessuali etc… etc… Riguardo al recente attacco al blog di Beppe Grillo questo non crea discriminazione alcuna verso minoranze o altro quindi è un’azione che può essere rivendicata dà anonymous e come tutte le azioni di anonymous è sostenuta da alcuni ma non da tutti”.

«Purtroppo la più completa e totale libertà di infilarsi sotto le spoglie di Anonymous apre il campo ad alcuni cani sciolti, e ad alcune frange di estremisti digitali». L’Anonimo che parla fa l’esempio dell’attentato all’ex Ad di Ansaldo, Roberto Adinolfi, per cui alcuni sottogruppi hanno manifestato soddisfazione e plauso.

Dopo le polemiche seguite all’attacco al sito del comico genovese, ispiratore e grande manovratore del Movimento 5 Stelle, uno degli Anonymous racconta filosofia e sistema del movimento con la maschera di Guy Fawkes.

Che idea si è fatto sull’attacco al blog di Beppe Grillo di cui si parla in queste settimane?
E’ stata una “smargiassata”. Un gesto che non ho capito, senza senso e di cui non sono stato nemmeno informato. La cosa che più mi ha infastidito è stato il silenzio di alcuni tra i vecchi di Anonymous.

Se avessero messo ai voti la decisione di un attacco lei cosa avrebbe deciso?
Contrario. Senza se e senza ma. Attaccare uno come Grillo significa dargli importanza, e personalmente ritengo che in questo momento ci siano altre cose a cui dare importanza, che non a un comico. Anche se probabilmente, come diceva qualcuno, purtroppo “sarà un comico a salvare l’Italia”. Certo è che le forze di Anonymous andrebbero incanalate altrove, anche perché guardando il sito di Grillo, attaccarlo dev’essere stata anche una cosa abbastanza semplice.

Esiste un sistema di voto, oppure le azioni possono essere intraprese indipendentemente dai singoli?
E’ un sistema di voto silenzioso, oppure quando si riesce a campione. Qui non ci sono né tessere, né elenchi. Le operazioni più importanti, lanciate sempre dai membri più anziani, vengono comunque discusse tra i “vecchi”, i quali, almeno a livello virtuale, si conoscono tutti. Nel caso di Grillo, non avendo ricevuto assolutamente nulla proprio dagli ‘anziani, ritengo che quell’attacco sia opera di alcuni cani sciolti. Insomma, le battaglie da portare avanti sono altre, di sicuro non quelle nei confronti di Grillo che non è un uomo di potere, ma di rottura. Se diventerà uomo di potere, allora si potrà pensare che gli attacchi avranno senso.

Su Repubblica quello che viene definito un “anziano” di Anonymous dice che gli autori dell’attacco informatico al blog del comico “sono stati cacciati con ignominia. Non possiamo accettare che qualcuno decida contro il parere della maggioranza”. E’ possibile cacciare qualcuno da Anonymous?
Se nessuno tra giornalista e intervistato ha millantato, è chiaro che quel “cacciare” va interpretato più che altro come un “ti friggo il computer”. Ovviamente essendo anonimi, niente vieta che questo “cacciato” torni sotto altre identità, rischiando però sempre qualche piccolo “disagio” virtuale. In più, con uno strumento come Facebook, che è una miniera di informazioni, diventa facile anche rintracciare gli autori di certi gesti, molto più che su Twitter.

Insomma, il rischio di libertà totale e anonimato può mettere in difficoltà e a volte minare anche la credibilità del movimento…
Indubbiamente è così. Per esempio alcuni gruppi che si rifanno ad Anonymous hanno plaudito all’attentato nei confronti del Ad di Ansaldo Roberto Adinolfi, ma sono battaglie che non ci appartengono. Abbiamo sì una linea politica, che riguarda obiettivi che portino alla ribalta temi importanti, ma per la collettività e non per la gloria del movimento o del singolo. A titolo personale sto pensando di tornare all’antico in questo senso, tornando, come all’inizio a fare riunioni, anche vis-a-vis per pianificare le nostre operazioni e poterle votare.

Cosa metterebbe ai voti per le prossime operazioni e cosa invece escluderebbe dalla portata degli attacchi?
Sinceramente, a livello nazionale, andare a colpire alcuni obiettivi sensibili riguardo giovani, il lavoro, il pagamento dell’Imu, la politica estera e gli armamenti. Da qui, se andasse in porto un maggiore coordinamento, anche se tutto questo è in linea con la filosofia del movimento, non attaccherei mai siti di rilevanza sociale, come scuole e ospedali, per esempio. So che è successo, ma so che gli autori di questi attacchi sicuramente non sono tra gli anziani del movimento.

Come descriverebbe il mondo di Anonymous Italia attualmente?
Come quello degli Stati Uniti, di cui anche in Italia sono arrivati pregi e difetti, è un mondo molto frastagliato. Lei oggi sta parlando con me, se domani dovesse parlare con un altro Anonymous probabilmente le direbbe cose diverse. Questo elemento è un problema quando si tratta di portare avanti campagne condivise. Lei da cinque Anonymous probabilmente avrà cinque risposte diverse: situazione che da una parte è il punto di forza del movimento, dall’altra il punto debole, che apre la strada anche a un certo disorientamento e voglia di mettersi in mostra. Insomma, siamo Anonymous, ma qui alcuni, ahinoi, si credono veramente V per Vendetta e vogliono farsi notare con tanto di magliette e maschere.

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