Aeroporto di Salerno, 100 milioni di soldi pubblici per far volare aerei vuoti

Aeroporto di Salerno, 100 milioni di soldi pubblici per far volare aerei vuoti

Aggiornamento 24 agosto ore 11.30

Il piano aeroporti del ministro Passera non solo prevede il mantenimento degli scali di Napoli Capodichino e Salerno, ma anche la realizzazione di quello di Grazzanise, per il quale sono previsti investimenti per 2,5 miliardi. Ripubblichiamo la nostra analisi sull’hub di Salerno, che nei piani di via Veneto convoglierà il traffico low cost e cargo. 

Volare su un jet privato, che lusso. Un sogno ad alta quota che pochi possono permettersi. Non all’aeroporto Salerno-Costa d’Amalfi, da cui spesso partono aerei quasi vuoti. Non è una trovata pubblicitaria della compagnia low cost di turno, ma il frutto di errori di gestione per l’aeroporto degli sprechi, inaugurato nel 2007 e già costato oltre cento milioni di euro.

Soldi esclusivamente pubblici, erogati da Stato e Regione Campania per tenere in vita uno scalo nato nel 1926 come campo di fortuna dell’Aeronatica e adibito solo da pochi anni al trasporto passeggeri. In effetti i risultati sono al di sotto delle attese.
Oltre cento milioni di euro spesi, di cui settanta negli ultimi cinque anni. Un bel po’ di soldi li ha investiti la Regione Campania, prelevandoli dai fondi europei Por 2000-2006. Per dare nuova vita allo scalo nel 2006 la giunta Bassolino stanziò 5,9 milioni di euro per attrezzature, luci e sistema informativo (da solo costato quasi un milione e mezzo).

La delibera regionale sbloccò altri cinque milioni di euro dell’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, che si occupò di recinzioni, potenziamento della pista, ristrutturazione dei fabbricati e persino allacciamenti fognari. La parte più consistente della spesa, però, restava il collegamento tra l’aeroporto e la città di Salerno, senza il quale il “Costa d’Amalfi” sarebbe rimasto una cattedrale nel deserto. In questo caso sempre la Regione, sfruttando i fondi europei, ha messo mano al portafogli: oltre 47 milioni di euro per nuove strade, svincoli e rotatorie. Moderni, non c’è che dire, ma poco utilizzati.

Fin qui le spese per riaprire l’aeroporto, dove nel 1962 atterrò anche la famiglia Kennedy, alle quali vanno aggiunti i costi di gestione. Ed è qui che comincia la guerra di numeri. Tenere aperto il “Costa d’Amalfi” anche per un solo passeggero a volo costa oltre tre milioni di euro l’anno. Sarebbero otto milioni di euro, invece, secondo quanto comunicato dal Partito democratico in una recente conferenza stampa. A farsene carico è la società creata per la gestione dell’impianto, la “Aeroporto di Salerno Spa”, controllata al 100% dal “Consorzio Aeroporto di Salerno-Pontecagnano”, le cui quote societarie sono divise tra Comune e Provincia di Salerno, Camera di Commercio di Salerno e i Comuni che circondano lo scalo, in primis Pontecagnano e Bellizzi.

«Con quello che spendiamo, ci conviene accompagnare i passeggeri in Limousine fino a Milano»: fu una battuta pronunciata dal consigliere di amministrazione dell’aeroporto Gianni Iuliano, commentando le cifre dell’accordo con Alitalia (4 milioni di euro l’anno dati alla compagnia per due anni). Sì, perché anche le compagnie in passato hanno ottenuto un incentivo per fare tappa al Costa d’Amalfi.

Altri 49 milioni in arrivo per il prolungamento della pista. È un pozzo senza fondo l’aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi, trasformato nel 2007 per il traffico passeggeri. Dovevano arrivare turisti da tutto il mondo, diretti in Costiera o in Cilento. Anche se Amalfi è distante 45 chilometri, e Castellabate, il paesino del Cilento noto per il film “Benvenuti al Sud”, addirittura 55.
E invece? L’aeroporto ha funzionato a singhiozzo. Soprattutto negli ultimi due anni l’attività ha risentito dei veti incrociati dei principali soci, Comune di Salerno e Provincia di Salerno, espressione della tenzone politica tra il sindaco Vincenzo De Luca (Pd) e il presidente Edmondo Cirielli (Pdl). 

L’esordio dei voli di linea è avvenuto nel 2008: le compagnie OrionAir e Gan hanno trasportato poco più di 18mila passeggeri da agosto a dicembre. Barcellona, Milano e Bucarest le principali mete. Nel 2009 hanno viaggiato meno di 4mila passeggeri: una media di 8,4 passeggeri a volo. Nel 2010 hanno superato quota 5mila, ma solo perché sono aumentati i movimenti (passati a oltre 1.000): la media, infatti, si è abbassata fino a 5 passeggeri a volo. Una piccola crescita in termini assoluti è arrivata con l’ingresso di Alitalia, che ha effettuato voli fino al 23 marzo scorso. Nel 2011 secondo l’Enac a Salerno si è registrato un flusso di appena 24mila passeggeri, sotto la soglia di sopravvivenza. 

Dal 16 giugno sono state attivate le nuove rotte per Catania, Olbia, Malpensa, Monaco di Baviera e Verona. Gli aerei sono quasi completamente vuoti e alle compagnie non conviene puntare su questa rotta. È accaduto che con soli 75 euro l’unico passeggero del volo Salerno-Catania di Skybridge AirOps abbia viaggiato come uno sceicco o un capo di Stato. 

«Relax assoluto. L’avessi saputo prima, avrei invitato gli amici per un party». Ci scherza su Gianluca Gracco, in arte Tayone, uno tra i più noti dj della scena hip hop italiana. E promette che sceglierà di nuovo Salerno come scalo di partenza per il suo tour. «A quanto pare accade spesso di volare da soli. In aeroporto mi hanno raccontato di un altro fortunato come me, che qualche giorno prima era diretto a Milano Malpensa. Io, però, ho pagato molto meno».

All’inaugurazione dei voli estivi, lo scorso 16 giugno, c’era un solo viaggiatore sull’aereo diretto a Milano. La storia, quanto pare, si ripete spesso al “Costa d’Amalfi”, che in realtà non si trova né a Salerno, né in costiera, ma a Bellizzi. «A primo impatto mi sono chiesto: ma dove sono capitato?» – racconta Dj Tayone, fresco di collaborazione con Marracash – . «Una volta entrato, era tutto deserto. C’erano tre voli in programma quella giornata (sabato 23 giugno, ndr), eppure al banco del check-in non c’era anima viva. E poi mancavano i fogli per stampare la carta d’imbarco».

E i controlli? «Inesistenti. Solo uno sguardo ai documenti, niente metal detector. Anche perché se fossi stato un attentatore avrei scelto l’aereo sbagliato». Il bello è arrivato a bordo «Un aereo di 60 posti tutto per me. Una delle hostess è stata molto gentile, oltre che molto carina. Si è seduta accanto a me. Abbiamo chiacchierato per tutto il viaggio».

Uno spot migliore di questo proprio non poteva esserci. Il testimonial potrebbe essere proprio uno dei fortunati passeggeri solitari. «Riprenderei domani stesso quell’aereo – continua il disc jockey -. Però magari questo lusso costa troppo allo Stato e alle compagnie aeree. Qualcuno sussurrava che lo chiuderanno dopo l’estate. Io prima di qualche giorno fa non sapevo nemmeno che esistesse».

Resistono i charter, le compagnie che effettuano voli di linea rischiano il rosso. Per trattenerle non ci saranno incentivi economici, come ha preannunciato Antonio Fasolino, presidente del Consorzio Aeroporto proprietario dell’impianto (mentre la gestione compete alla “Aeroporto di Salerno Spa”). «Paghiamo problemi di gestione e di marketing. Abbiamo un deficit di personale per queste funzioni, ci manca la promozione. La proprietà, però, non metterà sul piatto soldi per attrarre le low cost, com’è avvenuto in altri aeroporti». E proprio sulla gestione è nato lo scontro istituzionale. Il sindaco di Salerno ha detto no all’ultima ricapitalizzazione da due milioni di euro, spingendo per l’affidamento della gestione ai privati tramite un bando.

Per frenare la fuga di compagnie e scongiurare il rischio chiusura, il neo presidente del Consorzio Fasolino chiede investimenti, ancora una volta tutti pubblici. A giugno ha strappato al ministro Corrado Passera la promessa di ulteriori finanziamenti. Si attende la delibera del Cipe per sbloccare 49 milioni di euro, necessari per allungare la pista da 1,6 a oltre due chilometri. Intenzioni confermate dal direttore generale Trasporto aereo del ministero, Gerardo Mario Pelosi. 

«Allungare la pista vuol dire accogliere aerei più grandi, superiori ai 100 passeggeri – dice Fasolino. I charter già atterrano qui e sono sempre pieni. Vede? Non siamo ancora morti». Morti no, ma sull’aeroporto di Salerno c’è la lama della ghigliottina della spending review.
 

X