Cinesi e giapponesi non si erano mai odiati così tanto

Cinesi e giapponesi non si erano mai odiati così tanto

L’84% dei giapponesi ha un’impressione negativa della Cina, stando a quanto riportato da un indagine annuale bilaterale realizzata dal think tank giapponese Genron in collaborazione con il China Daily, e pubblicata sul quotidiano Japan Real Time pochi giorni fa. Una percentuale cresciuta in modo impressionante, dal 2006 ad oggi. Sei anni fa, “solo” il 36,4% dei giapponesi non guardava di buon occhio i vicini cinesi. Ma è un rapporto, quello tra i due stati asiatici, che si rivela difficile da entrambe le parti: secondo il sondaggio, infatti, anche il 64.5% dei cinesi non ha una buona percezione del Giappone e dei suoi abitanti. 

Quali i motivi di questo sentimento? I giapponesi hanno dichiarato di non apprezzare la Cina a causa delle restrizioni sull’export industriale e minerario e sulla disputa territoriale per le isole Senkaku, attualmente controllate dal Giappone ma richieste a più riprese da Cina e Taiwan. Ma la sensazione è che ci siano motivazioni più profonde, legate anche alla crescita esponenziale dell’economia cinese negli ultimi anni. In un lustro il Giappone ha perso gran parte dei suoi monopoli asiatici, in favore di una Cina sempre più superpotenza, a livello politico e non solo.

Recentemente, un politico giapponese ha negato il massacro effettuato dalle truppe del suo Paese nella cittadina cinese di Nijing, uno dei più crudeli della seconda guerra mondiale. Questo ha causato grande acredine tra il popolo cinese, oltre ad alcuni strascichi politici. Circa il 79% degli intervistati cinesi hanno dichiarato che la loro percezione negativa del Giappone deriva dalle cicatrici lasciate dalla guerra nella loro terra. Quando agli intervistati è stato chiesto di ricordare eventi storici importanti dell’altra nazione, i giapponesi hanno citato soprattutto i Giochi Olimpici di Pechino 2008 (84%) e le proteste di piazza a Tiananmen. I cinesi, invece, hanno menzionato perlopiù il Massacro di Nanjing del 1937 e l’incidente della Manciuria del 1931.

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