Quello che vedete, nella foto in alto, è il ginnasta giapponese Kohei Uchimura a Londra 2012. Uchimura allunga verso i giudici una banconota da 100 dollari, insieme ad un foglio: l’immagine è stata catturata dalle telecamere dell’emittente americana Nbc. Com’è potuto accadere, chiederete voi, che un atleta pagasse i propri giudici in mondovisione e che nessuno intervenisse?
Semplice: perché è tutto legale. Anzi, è previsto dal regolamento olimpico. Il Cio, infatti, impone il pagamento di una quota – 100 dollari, appunto – ogni volta che una squadra effettua un ricorso dopo aver gareggiato, chiedendo la revisione del punteggio assegnato. Questa tassa è stata introdotta per scoraggiare i ricorsi più inutili e superflui, quelli “fatti tanto per fare”.
Il ricorso del Giappone, tra l’altro, è stato convalidato. Cosa che ha permesso al team orientale di assicurarsi l’argento olimpico nella ginnastica, dopo aver ottenuto originariamente la quarta posizione. Gli allenatori giapponesi, convinti che i giudici avessero sbagliato a giudicare la prestazione di Uchimura, hanno mandato lo stesso atleta a contestare il punteggio.
Scelta che si è rivelata azzeccatissima, dal punto di vista sportivo ed economico: i cento dollari, infatti, sono stati restituiti. É la prassi, nel caso in cui il ricorso venga accettato.