LONDRA – La stampa inglese non ama le acrobazie dialettiche e va dritta al punto: gli ospiti degli sponsor olimpici passano il tempo tra la camera d’albergo e lo shopping. Nel Parco Olimpico, ad East London, non ci mettono piede.
Così, nonostante i biglietti esauriti e i primi (timidi) tentativi di bagarinaggio (che qui viene represso in modo molto efficace), gli stadi e le arene non sono mai pieni. La colpa, in verità, non è tutta degli sponsor. Se l’8% dei biglietti viene destinato a loro è anche vero che il 5% è appannaggio delle federazioni sportive e delle famiglie degli atleti. Spesso i delegati delle federazioni girano da un evento all’altro e le famiglie degli atleti finiscono per arrivare in gruppi meno numerosi di quanti prevedessero inizialmente.
In ogni caso, giornali e televisioni inglesi hanno dato voce alla protesta partendo dai bambini, che vedono svanire il loro sogno di essere parte delle olimpiadi mentre qualcuno rinuncia a interi pacchetti di ingressi. L’associazione di idee che ne consegue è un po’ forte ma la campagna ha avuto successo e ieri è stato annunciato che i biglietti inutilizzati dei “vip” verranno rimessi in vendita nel circuito olimpico di ticketing.