L’ultimo scherzo della spending review firmata dal governo Monti è l’accorpamento delle province storicamente più “rivali” d’Italia. Parliamo di Pisa e Livorno, che dovrebbero fondersi sotto un’unico capoluogo. E a mantenere lo status, in base a quanto riportato in Gazzetta ufficiale, dovrebbe essere la provincia labronica. Ma guai a dire a un pisano di dover scrivere sulla sua carta d’identità di essere residente a Livorno. E da Livorno ribattono: «Meglio un morto in casa che un pisano all’uscio».
I criteri stabiliti dal governo per gli accorpamenti fanno riferimento alla dimensione territoriale e alla popolazione residente. Da Pisa, il presidente della provincia e il sindaco sostengono che il primato del numero di residenti e dell’ampiezza del territorio spetta alla città della torre pendente. Da Livorno, invece, sostengono il contrario. Tanto che il presidente della provincia Giorgio Kutufà, dopo avere letto la Gazzetta ufficiale, ha esultato per la conferma dello status di capoluogo.
Questa mattina, intanto, un centinaio di pisani, vestiti di rosso con tanto di croce bianca sul petto (simbolo della città), sono scesi in piazza Vittorio Emanuele per dire: «Mai con Livorno». Come riporta La Nazione, la speranza della città della torre è che il presidente della Regione Enrico Rossi non tradisca la sua provincia di origine e «salvi» Pisa dal «giogo» livornese. Nei giorni scorsi per le strade si erano già viste magliette con su scritto: «Grazie a Dio non sono livornese» o «Nati Pisani». E c’è anche chi si dice pronto a restituire la sua carta d’identità all’ipotesi che Livorno diventi il nuovo capoluogo di provincia.
La rivolta pisana si è spostata anche su Facebook, dove il gruppo “Pisa DEVE rimanere capoluogo di provincia” ha quasi raggiunto i 22 mila fan. L’ultimo contributo è di Mattia Santino, che addirittura scrive in rima: «Scusatemi ragazzi un ultimo commento di essere pisano proprio un mi lamento. Ma se proprio devo andare sotto i 4 mori sinceramente mi girano i coglioni. La mia torre non si tocca, la bandiera non si cambia. L’amaranto spero perda sempre e comunque Livorno merda!!!».
In effetti un precedente tentativo di accorpamento esisteva già e riguardava le squadre di calcio. Romeo Anconetani, presidente del Pisa degli anni ’Ottanta, propose una volta di unificare le due società sotto una sola bandiera. Ma venne accolto da fischi e proteste. «Il sogno del pisano è svegliarsi a mezzogiorno – c’è scritto sugli spalti dello stadio – guardare verso il mare e non vedere più Livorno». Riuscirà questa volta il governo dei Professori a cancellare i “sogni” dei pisani?