Portogallo, illegittimo il taglio di tredicesime per i dipendenti pubblici

Portogallo, illegittimo il taglio di tredicesime per i dipendenti pubblici

Se non si può tagliare a pochi, tagliamo a tutti. Il Tribunale Costituzionale portoghese ha dichiarato illegittima la norma di bilancio che prevede il taglio della tredicesima e quattordicesima per i dipendenti pubblici e i pensionati con un reddito mensile superiore ai 1100 euro, e una sforbiciata progressiva per chi ne riceve più di 600.

La decisione era stata presa poco più di un anno fa dall’allora governo del socialista Socrates e ribadite dall’attuale del socialdemocratico Passos Coelho in ossequio alle indicazioni di Commissione, Bce e Fmi per poter accedere al salvagente del Fondo salva Stati ed evitare quindi la bancarotta.

Per il supremo tribunale lusitano la decisione è sbagliata, perché parziale, discriminatoria. “La Costituzione – recita la sentenza – non può rimanere avulsa dalla realtà economica e finanziaria, soprattutto in gravi situazioni, ma possiede una specifica autonomia normativa che impedisce che gli obiettivi economici-finanziari prevalgano, senza alcun limite, su alcuni parametri, quali l’uguaglianza”.

Andando più sul concreto, sui tagli, la Corte comprende che “in periodi di grandi difficoltà i funzionari pubblici e i pensionati possano dover fare sacrifici addizionali, ma intende anche – è qui sta la chiave – che questi sacrifici non possono essere confinati” solo a loro e che “pertanto dovrebbero essere estesi in una maniera equivalente agli altri cittadini”.

Il premier di centro destra Pedro Passos Coelho prende la palla al balzo, prima indicando che la sentenza non avrà valore nel 2012, ma solo l’anno prossimo, e quindi promettendo tagli per tutti. “Dobbiamo trovare una misura equivalente a questa in termini di bilancio e che ci permetta di continuare a rispettare i nostri impegni, che sia quindi allargata ad altri portoghesi, non solo ai dipendenti pubblici e pensionati”.

Passos Coelho è però rimasto ancora vago sul da farsi. “Il premier ha affermato che la decisione del Tribunale avrà delle implicazioni, è chiaro che la userà per cambiare il sistema, era l’argomento di cui aveva bisogno”, il commento di Luis Rego del Diario Economico.

Pur senza specificare quale sarà la contromossa, tutto indica che il governo imporrà, parallelamente ai tagli nel settore pubblico, una sovratassa ai dipendenti di quello privato. Già nel 2011 il governo aveva usato lo stesso sistema: aveva ritirato uno stipendio ai dipendenti privati tramite un’imposizione fiscale straordinaria mentre tagliava anche nel pubblico. Nel 2012 aveva invece usato l’accetta solo su funzionari e pensionati. Per il 2013 si torna all’antico, prelievo a tutti, una misura destinata a far felice l’Europa, far bene alle casse pubbliche e malissimo all’economia portoghese.

“La situazione è molto complessa”, spiega ancora Rego a Linkiesta. “Considerata la crisi della Spagna, nostro principale partner commerciale, l’obiettivo di diminuzione del deficit esterno, da raggiungere aumentando le esportazioni, sta andando a quel paese e al tempo stesso la disoccupazione a livelli più elevati del previsto si traduce in mancate entrate fiscali e quindi anche gli obiettivi di deficit interno di bilancio vanno a quel paese”.

La soluzione è un assist del Tribunale al governo. “Imponendo una tassa a tutti i dipendenti privati – continua Rego – si riduce il consumo, quindi si diminuiscono le importazioni e si raccoglie più denaro per il bilancio: con una misura sola si rimette in carreggiata il deficit esterno e quello di bilancio il tutto, beninteso, deprimendo ancor più l’economia e allontanando le prospettive di miglioramento”.

Il Portogallo doveva riprendere a crescere l’anno prossimo, ma con questa decisione del governo la fine del tunnel si allontana ancora di più. Il tutto sia con il beneplacito dell’Europa, che non vede in pericolo gli obiettivi di bilancio, sia cavalcando quei valori di responsabilità ed uguaglianza indicati dal Tribunale costituzionale, anche se, come in Grecia, pure in Portogallo l’uguaglianza la pagano solo le classi medie e meno agiate.

Fin qui l’economia. Poi entra in scena anche la politica. Imporre tagli diretti o indiretti a tutti i dipendenti, pubblici e privati, rischia di mettere in crisi il patto tra i socialdemocratici (al governo con i popolari) e i socialisti (principale partito di opposizione), accordo su cui si sono basate tutte le politiche di risanamento concordate con la troika. E non solo. Anche nella cupola del Psd, il partito di Coelho, non sarà una decisione facile da prendere: vorrà dire condannarsi a perdere le prossime elezioni. La Corte Costituzionale insomma ha fornito un assist avvelenato. Sicuramente per i portoghesi, forse anche per il governo.  

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