“Con così tanti africani in Grecia…”: sembra l’inizio di una barzelletta da bar, di quelle che si sentivano di più qualche decennio fa. Invece, è l’incipit del tweet con cui l’atleta greca Vuola Papachristou si è giocata la partecipazione alle Olimpiadi di Londra, cominciate proprio oggi con la prima partita del calcio femminile e che vedranno la propria cerimonia di inaugurazione il prossimo venerdì.
“Con così tanti africani in Grecia almeno le zanzare del Nilo occidentale (foriere di numerose epidemie in Grecia nelle ultime settimane, ndr) mangeranno cibo prodotto nel loro Paese”, ha scritto Vuola, la cui specialità è il salto in lungo, non certo l’arte oratoria. La federazione ellenica ha reagito quasi immediatamente, escludendola dalla rappresentativa nazionale: secondo quanto riportato dal Guardian, l’atleta avrebbe usato frasi che il comitato nazionale ha definito “contrarie alle idee ed ai valori del movimento olimpico”.
Il Cio, del resto, era stato chiaro nei mesi scorsi, stabilendo una serie di regole di comportamento per l’utilizzo dei social network. Tutti i tweet e i post degli atleti durante i Giochi dovranno essere effettuati «a titolo strettamente personale», «sotto forma di diario» e «non dovranno sostituirsi al ruolo dei giornalisti». Inoltre, il Cio ha chiesto ai partecipanti di non rivelare informazioni private e di non commentare i risultati e i comportamenti di altri atleti o degli altri partecipanti accreditati.
Infine, i tweet e i post dovranno risultare «conformi allo spirito olimpico ed ai principi fondamentali stabiliti dalla Carta Olimpica, senza insulti o volgarità». Non è il caso della Papachristou e del tweet incriminato: successivamente, la saltatrice ha cercato – goffamente – di rimediare con un nuovo “cinguettio”: “Chiedo scusa se ho insultato qualcuno! Non volevo mescolare la politica! Sono solo un’atleta”. Ormai, però, era troppo tardi e la decisione di Isidoros Kouvelos, capo del Comitato Olimpico greco, si è rivelata inappellabile.