Prime gaffes per le Olimpiadi di Londra. Ieri la nazionale di calcio femminile della Corea del Nord ha lasciato il campo per protesta, prima ancora di cominciare il match contro la Colombia. Motivo? Nel maxi-schermo dello stadio, al momento della presentazione della squadra, è apparsa – per errore, si spera – la bandiera della Corea del Sud.
Rabbiose, le giocatrici nordcoreane hanno subito abbandonato la partita, che è ripresa solo un’ora (e molte scuse) dopo. Ma la polemica non si placa: «Aver vinto per 2 a 0 non compensa lo scambio», spiega alla stampa l’allenatore della nazionale, Ui Gun-sin. «Aver messo un’altra bandiera è già una cosa grave, ma quella della Corea del Sud è un fatto inaccettabile». C’è da capirlo: le due Coree sono ancora in guerra tra loro, e la tensione resta sempre alta. Nel 2010 il fuoco coreano (del nord) aveva ucciso quattro persone, due civili e due militari, della Corea del Sud. Un errore, quello degli organizzatori, piuttosto grave. Soprattutto se si pensa che una delle loro grandi preoccupazioni, alla vigilia, era di non mettere le bandiere al rovescio.
In ogni caso, sono scontenti tutti: anche i colombiani. «È ovvio che l’incidente ci ha condizionati», ha detto Ricardo Rozo, il coach colombiano. «Uno stop improvviso, non capivamo cosa succedesse. Sembrava solo qualcosa che riguardava la Nord Corea». Comunque, «il nostro spirito per i giochi non è stato toccato», conclude. Almeno quello.