E finalmente eccolo qui: il Bosone di Higgs esiste e la conferma arriva direttamente dal CERN di Ginevra, dove ieri si è tenuta una conferenza stampa mondiale per presentare i risultati degli esperimenti Cms e Atlas. Entrambi hanno individuato una nuova particella di massa intorno ai 125-126 GeV: la famosa “particella di Dio”, inseguita per più di 50 anni e che conferma il Modello Standard dell’universo. Tutti pazzi per il bosone di Higgs, insomma, ma in finale di cosa si tratta? E come cambia le nostre vite?
Chi è il bosone di Higgs
Il bosone di Higgs nasce nel 1964 dal lavoro di alcuni ricercatori tra cui Peter Higgs, che fu l’unico a nominarlo esplicitamente in un lavoro. Il meccanismo, previsto dallo stesso Higgs, ritiene che tutte le particelle abbiano una massa e che sia proprio il bosone di Higgs a conferire una massa a tutte le altre. Le particelle infatti assumono una massa differente a seconda di quanti bosoni riescono ad attrarre una volta entrate nel loro campo di energia. Più alta è la quantità di bosoni attirati, più grande sarà la massa delle particelle. Bosone e meccanismo vennero entrambi incorporati nel Modello Standard, per completarlo, in quanto questo non spiega da dove le particelle traggano la loro massa. Data la sua velocità di decadimento, il bosone di Higgs è inafferrabile. L’unica soluzione per catturarlo è ricrearlo e poi rilevarlo.
Cos’è il Modello standard
Il Modello standard: è una delle teorie per spiegare l’origine dell’universo. Descrive le particelle elementari che costituiscono la materia e ne spiega l’interazione reciproca. Le particelle fondamentali sono 12 (6 leptoni e 6 tipi di quark) più le particelle mediatrici di forza tra cui fotoni, bosoni e gluoni. Il modello considera solo tre delle quattro forze presenti in natura (interazione elettromagnetica, debole e forte) e fino a pochi giorni fa, quando ancora del bosone di Higgs non c’era traccia, risultava incompleto, perché non in grado di descrivere la forza di gravità e non compatibile con la relatività generale.
Perché è importante?
L’esistenza del bosone di Higgs conferma la Teoria Standard e di conseguenza i meccanismi che regolano il 4% di materia che riusciamo a vedere. Il restante 96% dell’universo è costituito da materia oscura, di cui sappiamo ancora ben poco. Se il bosone di Higgs non esistesse, bisognerebbe rimettere tutto in discussione e pensare a dei nuovi Modelli, in grado di spiegare i fenomeni dell’universo.
Come si cattura un bosone di Higgs?
Ad esempio con il Large Hadron Collider (LHC) l’acceleratore di particelle più potente al mondo che si trova a Ginevra, in grado di accelerare e far scontrare fra loro fasci di protoni, che generano altre particelle come leptoni quark o bosoni. Ognuna di queste ha delle caratteristiche ben definite, così quando appare qualcosa di diverso dal solito, potrebbe trattarsi di una particella nuova come il bosone di Higgs. Due gruppi di ricerca indipendenti Cms e Atlas in questo modo sono riusciti a individuare la famosa particella.
Perché “Particella di Dio”?
Il termine errato “particella di Dio” fu coniato dal nobel e fisico Leon Lederman nel suo libro di divulgazione “The God Particle: If the Universe Is the Answer, What Is the Question?”, pubblicato nel 1993. Il nome iniziale doveva essere The goddamn particle (la particella maledetta, per via delle difficoltà nel trovarla) ma l’editore insistette nel censurarla, modificandola in “God Particle” (particella dio). La successiva, sbagliata, traduzione in italiano in “particella di Dio” non ha fatto che peggiorare ulteriormente le cose.