“Non si rinnova la classe dirigente candidando Pippo Baudo”

“Non si rinnova la classe dirigente candidando Pippo Baudo”

Dice no, per l’ennesima volta, alla politica. Torna, o piuttosto resta, in televisione. Si lancia con un nuovo programma, senza studio, in viaggio per l’Italia. Non conosce sosta e continua a studiare, perché si definisce una “scimmia curiosa”, ma ha anche la saggezza dell’età, che gli permette di dare consigli ai giovani. Passano gli anni, ma Pippo Baudo (sì, proprio lui) è sempre Pippo Baudo.

Cominciamo dalla politica: lei ha sempre detto no. Anche stavolta. Eppure, come diceva la canzone, “ci vorrebbe Pippo Baudo a comandà”
Ma no, ho sempre detto di no perché non è il mio mestiere: oramai è in voga il vizio di improvvisare, si pensa di poter fare tutto. Anche il conduttore. E anche il politico.

E questo lo aveva già detto. Però lei è un direttore artistico. Ha dimostrato di saper organizzare anche cose complesse e delicate. Insomma, le doti le avrebbe, no?
Eh, ma far il direttore artistico non significa saper governare un Paese.

Non pensavo proprio a un paese intero, ma magari un Comune.
No, no. Non mi interessa: io mi dedico alla politica solo da cittadino, perché è un dovere. Mi piace, mi importa. Sono un europeista convinto, ad esempio. Ero entusiasta delle scelte di De Gasperi, Schuman e Adenauer. Mi piace la politica, la seguo. Conosco bene i problemi della mia regione, la Sicilia, e sono molto preoccupato. Conosco lo scontento delle classi di operai, di contadini. E penso che sia necessario un profondo rinnovamento di tutta la classe dirigente. Ma di certo non candidando Pippo Baudo.

Lei ha detto che come idee, è inclinato a sinistra.
Diciamo che mi iscrivo a una corrente di pensiero che potrebbe inquadrarsi nella sinistra.

Più o meno lo stesso. Però in Rai è entrato in quota Dc.
No, no. Io in Rai entrai facendo un provino che ho superato brillantemente. Non ho mai, e dico mai, avuto bisogno di queste corsie preferenziali. Mi sono basato solo sul successo che hanno avuto i miei programmi.

E sul successo dei personaggi che ha scoperto.
Sì, ma ognuno poi va per la sua strada. Dei personaggi che ho scoperto, come Heather Parisi e Lorella Cuccarini, mi manca più di tutti Massimo Troisi. Ma immagino che lei, tra tutti, voglia andare a parare su Beppe Grillo.

Lo sente?
Sì. E Beppe Grillo è proprio la dimostrazione che la mia scelta di star lontano dalla politica si è rivelata molto saggia.

Perché?
Troppo populismo, troppi litigi. Anche adesso, deve vedersela con un ennesimo dissidio interno. Una condizione che non augurerei a nessuno. E un movimento che, comunque, non seguirei. Non c’è davvero una proposta politica dietro. C’è una protesta, giustificata, ma astratta e senza contenuti. Non lo voterò, e a Beppe glielo ho anche detto.

Niente politica, allora, ma resta in tv. Ma anche lei si adegua ai tempi: ora i programmi di Baudo subiscono la spending review.
Eheh, ma è una spending review che ha voluto Pippo Baudo. È stata fatta su sua richiesta. Ho chiesto che se il programma non starà nella media della rete, non venga continuato. Per dare il buon esempio, e forse anche con troppa modestia.

Mai troppa. Ma politica e televisione a parte, non ha nostalgie?
Nostalgie? Alcune. Mi mancano persone, amici. In generale, gli anni e il tempo trascorso. Alla mia età non può essere che così. Ma non ci si deve far cullare dai ricordi.

Certo.
Un uomo che si trincera nel passato è senza futuro.

È così.
E invece bisogna saper guardare alla realtà, e inventare, inventare sempre cose nuove. Anche sbagliando. Anche fallendo. Non bisogna più avere paura di fallire. Lo dico sempre ai giovani: abbiate coraggio. Non adagiatevi a fare programmi vecchi, che abbiamo già fatto noi, inventate. Fate. Create. Solo così si va avanti.

Giusto. Ma cambiando argomento, mi levi un’ultima curiosità: lei ha detto che Sharon Stone l’aveva ricevuta in camera quasi nuda.
Ah ah, sì.

Mi dica la verità: questa storia l’ha inventata.
No, no, è tutto vero. Ero entrato nella sua camera. Lei sa come sono queste attrici. Aveva solo gli slip, e mi diceva: “look at me”, “look me at well”. Ma io non mi sono mosso.

Ma come: con Sharon Stone. E perché mai?
Perché temevo che un mio approccio potesse concludersi con una gran magra.

Addirittura.
Lei sa come sono le americane: magari saltava su dicendo: “ll solito italiano che salta addosso alle ragazze”. Per carità. Meglio di no, assolutamente. E poi, le dico la verità, io sono fatto così: sono uno che non ama corteggiare le donne. Preferisco, molto di più, essere corteggiato da loro. 

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