Condannate per odio religioso a due anni a testa di prigione. Questa la sentenza data dal giudice Marina Syrova del Tribunale di Mosca. La lettura è cominciata alle 13.20, ora italiana, ed è finita alle 16.00. Appena pronunciata, nel tribunale si sono levate grida violente: “Vergogna”. Le tre ragazze (Nadezhda Tolokonnikova, 23;,Maria Alekhina, 24; e Yekaterina Samutsevich, 29) hanno reagito ridendo.
Nelle motivazioni si parla di Mancanza di rispetto per la religione, resa evidente da manifestazioni in luogo pubblico, cosa che rivela anche mancanza di rispetto degli altri cittaidini”. Le Pussy Riot, nello scorso 21 febbraio, erano entrate nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca e avevano intonato una preghiera anti-Putin. «Vergine Maria, liberaci da Putin», era la frase-simbolo. Un attacco politico che viene punito come fosse un oltraggio alla religione.
Il giudice Syrova smonta la questione: l’attacco politico non è all’origine dell’atto delle tre ragazze, che avrebbero agito solo per odio religioso. Al contrario, proprio la frase su Putin sarebbe stata aggiunta in seguito nel video per giustificare un’azione che con la politica non aveva niente a che fare.
Il tutto in una Mosca controllata dalla polizia in assetto antisommossa, che ha visto scontri con manifestanti proprio di fronte al Tribunale. Canti di libertà per i prigionieri politici, inni di proteste. Insieme a loro, la rabbia è esplosa in rete: il sostegno al gruppo punk è fortissimo, a cui si associa la protesta contro Putin.
La polizia è passata agli arresti. Si inserisce nella folla e divide le persone. A quanto sembra, anche lo scacchista Gary Kasparov sarebbe stato portato via dalle forze dell’ordine.