“Stampare” carne artificiale per risolvere la fame nel mondo, ci prova una start-up

“Stampare” carne artificiale per risolvere la fame nel mondo, ci prova una start-up

Per chi non mangia carne per motivi etici o ambientali, ma soprattutto per risolvere il problema della fame nel mondo, nasce in America una start-up per “stampare” carne artificiale. La “bio-stampante”, già da qualche anno in via di sviluppo, è stata pensata inizialmente come supporto per la medicina rigenerativa, con l’intento di creare nuovi organi umani di ricambio. Ma perché non usarla anche per produrre un valido sostituto della carne e risolvere il problema della fame del mondo? L’idea è del filantropo americano Peter Thiel, che come riportato dalle agenzie «attraverso il programma Breakout Labs lanciato nel 2011 dalla Fondazione che porta il suo nome, ha deciso di sostenere con un finanziamento a sei cifre (la somma è compresa fra 250 mila e 350 mila dollari) un progetto con quartier generale nel Missouri, la Modern Meadow».

La tecnica del “bioprinting” funziona davvero come una stampante 3D, che attraverso dei sofisticati macchinari è capace di produrre nuovi tessuti tridimensionali. Al posto dell’inchiostro si usa un fluido contenente cellule, che vengono poi aggregate fra loro e plasmate. Un prototipo ideato nel 2010 da Gabor Forgacs, uno dei fondatori di Organovo (azienda californiana) e professore all’Università del Missouri, funzionava «con due testine di stampa: una per il piazzamento di cellule umane, l’altra per inserirvi un gel, una matrice di supporto o un sostegno. Una volta fabbricato, il tessuto viene poi lasciato “riposare” uno o due giorni, per permettere alle cellule di fondersi bene insieme». Questo per dar vita a strutture biologiche a tre dimensioni. Lo scopo del progetto finanziato da Peter Thiel, è però quello di produrre un alternativa alla carne, ricca di proteine e che abbia gli stessi valori nutrizionali della carne vera, ma senza sacrificare animali né inquinare.

Per ora il progetto è ancora all’inizio, anche a causa dei costi molto elevati e il primo passo sarà quello di creare un frammento di carne sintetica dalla lunghezza di circa 2,5 centimetri. La tecnologia secondo il Modern Meadow presenta molti vantaggi anche rispetto la produzione di carne in vitro e nonostante i costi all’inizio saranno eccessivi, gli ideatori del progetto sperano che con l’ottimizzazione della tecnologia e la produzione su larga scala, si ridurranno, fino ad essere competitivi con quelli della carne tradizionale.
 

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