Cina, scompare il futuro presidente, ora non si capisce più chi comandi

Cina, scompare il futuro presidente, ora non si capisce più chi comandi

PECHINO — Xi Jinping, l’uomo che il prossimo mese dovrebbe insediarsi come presidente della Repubblica popolare cinese, non si mostra in pubblico dal primo settembre. Questa è l’unica notizia verificata. In questo concitato settembre, in Cina si attende uno dei più difficili cambi di leadership che la storia cinese ricordi. I vertici del Partito stanno cercando di chiudere i giochi di potere prima di mostrarsi in pubblico e ufficializzare i risultati di violente lotte intestine. Ma qualcosa ogni tanto sfugge ai gangli del potere. Reporter e cittadini interessati a farsi un’idea di quello che sarà la Cina nei prossimi dieci anni, si trovano costretti a speculare sulle poche informazioni a disposizione.

Il XVIII congresso del Partito comunista è sempre più vicino, anche se ancora non sono state ufficializzate le date. Un’indiscrezione di Reuters lo dà come probabile a metà del prossimo ottobre. Si basa sul calendario degli eventi di Pechino: la maratona cittadina, originariamente fissata al 14 ottobre, è stata posticipata a data da definirsi e altri eventi che dovevano svolgersi nella seconda metà di ottobre sono stati posticipati a dicembre. Si incrociano e si interpretano i pochi dati disponibili e si punta sul risultato che la propria logica suggerisce. Ecco come si cerca di squarciare il velo di segretezza che avvolge il Partito e lo stato cinese.

È proprio questo manto di segretezza che copre le vicende politiche di quella che si appresta ad essere la potenza del XXI secolo che contribuisce alla diffusione di rumor e informazioni non verificate né verificabili. È comprensibile che se un miliardo e mezzo di persone comincia a chiedersi che fine ha fatto il suo futuro presidente, questo dovrebbe mostrarsi. O quanto meno ci si aspetterebbe un comunicato ufficiale che spieghi i suoi dieci giorni di assenza da meeting ufficiali e telecamere. E invece niente di niente. Allora, via libera alle speculazioni.

La notizia dell’assenza di Xi Jinping ha cominciato a diffondersi con sempre più insistenza mercoledì scorso a causa del mancato incontro a Pechino con il segretario di stato americano Hillary Clinton. Si sarà fatto male giocando a calcio, oppure durante la sua quotidiana nuotata mattutina nella piscina privata di Zhongnanhai, il Cremlino cinese. Poi i mancati incontri con il primo ministro di Singapore Lee Hsien Loong e la premier danese Helle Thorning-Schmidt hanno contribuito ad alimentare le voci. Cos’ha il futuro presidente? Sta bene? Perché non si mostra?

Solo ieri i giornalisti sono riusciti a chiedere al portavoce del ministro degli esteri Hong Lei informazioni sulla salute del prossimo presidente. Hong ha tagliato corto, ha detto che non aveva alcuna informazione in merito e si è rifiutato di rispondere ad altre domande sull’argomento. È comprensibile che qui in Cina si facciano congetture, tanto più che l’anno scorso quando una televisione di Hong Kong aveva dato la notizia della morte dell’ex presidente Jiang Zemin, l’agenzia di stampa Xinhua si era almeno premurata di smentire le prime pagine di tutto il mondo con un breve comunicato.

Sabato scorso Boxun, un sito di notizie registrato negli Stati Uniti che raccoglie articoli e opinioni di expat e dissidenti cinesi e che nel corso della sua storia ha messo in giro tante chiacchiere ma anche qualche scoop, lancia la notizia che il futuro presidente sarebbe stato vittima di un incidente in macchina il giorno prima dell’appuntamento con la Clinton, il 4 settembre.

L’articolo riporta la voce di una fonte interna agli affari del Partito non meglio specificata. Alla sua bocca sono affidati una serie di dettagli e di supposizioni difficili da verificare e, forse, falsi. Li riportiamo di seguito.

«La macchina di Xi Jinping sarebbe stata schiacciata da due grossi fuoristrada. Il futuro presidente lievemente ferito, sarebbe stato portato d’urgenza all’ospedale militare 301, quello riservato ai leader». Sempre secondo la stessa fonte, «un’ora dopo la macchina di He Guoqiang, uno dei nove membri del Comitato permanente del Politburo e Segretario della commissione disciplinare del Pcc, sarebbe stata tamponata da un camion. Il politico sarebbe stato trasportato nello stesso ospedale in condizioni critiche».

«Ci sarebbe allora stato» racconta la stessa fonte riportata da Boxun, «un meeting d’urgenza tra i leader del Partito comunista. I dati che avrebbero raccolto in questa riunione, li avrebbero indotti a sospettare i vertici del potere militare, da sempre vicini all’epurato Bo Xilai». Si tratterebbe quindi di una sorta di vendetta contro lo Stato per il trattamento riservato all’ex astro nascente della politica cinese. He Guoqiang in quanto capo della commissione disciplinare del Partito, infatti, è colui che si dovrebbe occupare direttamente dello spinoso caso Bo Xilai. Solo dopo l’apparizione di questo articolo, si è fatto notare che anche lui non compare in pubblico dal 30 agosto. Strano che l’articolo di Boxun, sia anch’esso scomparso un paio d’ore dopo la sua pubblicazione.

Alcuni giornali legati al Partito comunista, forse per calmare le acque, sono usciti ieri con una foto del vice-presidente Xi che parla nella Scuola del Partito. Peccato che quella foto sia stata scattata il primo settembre.

La vicenda di Xi Jinping è l’ennesima tempesta che si abbatte sul sistema politico di quella che non solo è la nazione più popolosa, ma è anche la seconda economia del mondo. Quest’anno la vicenda di Chongqing e del suo leader-simbolo Bo Xilai era stata avvicinata da molti, per gravità e importanza, all’incidente Lin Biao.

Ora, mentre quella vicenda va verso una sua soluzione con caratteristiche cinesi (sappiamo poco e niente, ma all’apice della sua carriera politica Bo Xilai è scomparso dalla scena pubblica dopo essere stato epurato dal Partito, sua moglie è stata condannata in tribunale per l’omicidio del businessman britannico Neil Heywood e Wang Lijun, il suo braccio destro, è stato formalmente accusato di abuso di potere, corruzione, intercettazioni illegali e defezione e sarà presto giudicato dal tribunale di Chengdu) altre nubi si addensano su gli equilibri del Partito.

All’inizio del mese il ruolo di uno degli alleati storici dell’attuale presidente Hu Jintao è stato ridimensionato perché si è finalmente saputo che chi guidava la Ferrari da 600mila euro che si era schiantata in una notte folle della scorsa primavera su una strada della capitale era suo figlio. E tutto questo mistero intorno a Xi non fa che accrescere l’impressione che l’attuale presidente stia perdendo potere, e che non saranno gli uomini che ha scelto lui ad occupare i posti chiave della cosiddetta quinta generazione di leader.

Ma soprattutto tutte queste ombre non fanno altro che alimentare l’impressione che anche se la Cina ha un sistema politico a partito unico, il Partito comunista cinese è tutt’altro che monolitico.
 

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