Un’analisi impietosa, che non lascia spazio al dubbio. Prigioniero della sua estenuante tattica di palazzo, o della sua pochezza politica, l’Udc di Casini non sembra destinato a raccogliere – nemmeno alla fine del berlusconismo – un ruolo egemone o di guida per i moderati. Anche perchè, spiega l’editorialista del Corriere, Casini non ha ancora imparato la “lingua delle cose da fare”. Non manca, il politologo, di passare in rassegna personaggi logo e scolotiti come Fini e Bonanni, o tecnici senza appeal come Passera e la Marcegaglia. Non abbiamo trovato, invece, riferimenti a Montezemolo e alla sua Italia Futura, che pure in quello stesso fazzoletto di centropolitico dovrebbe muoversi.
16 Settembre 2012