I 100 superstiti di Occupy Wall Street festeggiano il primo compleanno

I 100 superstiti di Occupy Wall Street festeggiano il primo compleanno

NEW YORK – «Cercate di non farvi arrestare stasera, perché domani ci aspetta una grande manifestazione». Le parole passano di bocca in bocca per fare in modo che tutti a Zuccotti Park abbiano sentito. Sono un centinaio e rappresentano solo alcuni dei tanti gruppi che questo pomeriggio (le nove del mattino a New York) protesteranno, sotto il grande ombrello di Occupy Wall Street, nel cuore della finanza newyorchese.

Hanno deciso di festeggiare il primo compleanno a Times Square, nella grande piazza, simbolo del capitalismo, tra cartelloni pubblicitari multimediali e schermi interattivi giganti. In poco più di due ore hanno risalito Manhattan, marciando su Broadway, l’arteria principale che taglia in lungo l’isola. È stata una camminata allegra, la polizia tanta, ma sempre a distanza. Oggi sarà più difficile. Sono attese alcune migliaia di persone che, secondo il programma, cercheranno di bloccare l’inizio delle contrattazioni in Borsa, attraverso una catena umana che ha l’obiettivo audace di isolare il New York Stock Exchange. Sebbene tutti sottolineino il carattere pacifico del movimento, si temono forti momenti di tensione con le forze dell’ordine. Solo sabato, nel primo di tre giorni dedicati a celebrare l’anniversario della nascita di OWS, sono state arrestate più di venti persone. L’anno scorso sono finiti dietro le sbarre centinaia di “indignati”. 

Così, per arrivare preparati all’appuntamento di oggi, ieri decine di gruppi si sono ritrovati nei parchi e nelle piazze di downtown per studiare “tattiche di resistenza”. Il primo consiglio che i veterani delle proteste danno ai nuovi partecipanti è quello di non unirsi da soli, è importante avere almeno un compagno, un conoscente. Al Thomas Paine Park, a meno di un chilometro da Zuccotti Park, la sede storica del movimento, Lisa Fithiam, che nel 2001 si trovava a Genova per il G8, mostra a una quarantina di persone che l’ascoltano seduti sull’erba in cerchio, come costruire un muro vivente, la giusta posizione delle mani e dei piedi per non far passare la polizia. Poco distante un altro gruppo prepara parole chiave da urlare in momenti topici. Così, se uno grida «Up» significa che tutti saltellando devono riunirsi velocemente perché ci sono decisioni urgenti da prendere. Se invece qualcuno dice «Civilians» significa che è meglio disperdersi e non proseguire tutti insieme. A Foley square c’è «l’esperto» che spiega i diritti di ogni manifestante e le risposte da dare in caso di fermo della polizia. Poi si trova chi illustra i punti nevralgici dove convergerà la protesta, le azioni di disobbedienza pacifica per bloccare il traffico o disorientare le forze dell’ordine. C’è persino chi insegna come adagiarsi al suolo, in caso di stanchezza dopo ore di marcia. 

Non ci sono leader, Occupy Wall Street rimane una ragnatela di movimenti che si riconoscono nei suoi principi fondamentali: lotta al capitalismo, alla distribuzione iniqua della ricchezza, più democrazia diretta e circolazione delle idee. Anche se sono spariti dai media principali, l’idea alla base della «rivoluzione dei 99%», spiegano in molti, è viva in numerose associazioni che operano a livello locale e che «lottano, ad esempio, al fianco di persone che hanno ricevuto lo sfratto, chiedendo alle banche di riorganizzare le rate del mutuo», scrive Marina Sitrin, scrittrice e militante, nel suo blog pubblicato dall’Huffington Post.

Oggi i primi incontri sono previsti per le sette del mattino (l’una in Italia). Alle nove e trenta la grande impresa: provare a bloccare i lavori della Borsa. Non c’è un’organizzazione precisa. Ogni gruppo si incontrerà in un angolo del Financial District. Tutti insieme poi cercheranno di raggiungere il palazzo del New York Stock Exchange, che sarà protetto dalla polizia. Nel pomeriggio infine sono previste assemblee e dibattiti a Liberty square. Si guarderà al futuro, si discuterà di corruzione e corporazioni. Poi si canterà, come è stato fatto in tutto questo lungo week end di manifestazioni.

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