Dagospia, in apertura parla di noi. Cita le ripetute inchieste de Linkiesta su Mps e il disastro gestionale che rischia di trascinare la più antica banca del mondo. Parla di uno dei nostri ottanta soci, Alessandro Profumo da pochi mesi presidente di Mps. E si chiede: “A che gioco gioca Profumo?”, alludendo senza veli al fatto che sia proprio Profumo ad allungarci le carte che servono per documentare il disastro della banca.In Italia è davvero difficile spiegare una storia de Linkiesta, e più si è trasparenti nell’esposizione del modello, degli obiettivi, perfino dei soci che trovate tutti in chiaro elencati sul nostro sito, e più si eccita la fantasia dei complottisti e dei malfidenti. E quindi ci tocca ribadirlo: siamo una public company, abbiamo 80 soci circa che si sono appassionati ad un’impresa editoriale nuova e diversa, che hanno accettato uno statuto che – vietando a chiunque di avere più del 5% – garantisce la massima indipendenza a noi giornalisti. Hanno investito, quindi, credendo in questo team e in questo progetto.Un progetto culturale e giornalistico che, per forza di cose, si basa anche sull’antico concetto di notizia: le cerchiamo, le verifichiamo e quando riusciamo ad averle siamo molto contenti di darle, anche se riguardano le gravi fatiche di una banca guidata da un nostro socio, uno degli 80 che hanno investito in questa storia. E questo è davvero tutto.
4 Settembre 2012