Internet ha una regina e indossa la corona svedese. Secondo il World Web Index 2012, il più importante strumento di misurazione della penetrazione e dell’utilizzo della Rete nel mondo, la Svezia è la nazione che più di qualsiasi altra mette a frutto le potenzialità della Rete, addirittura più degli stati Uniti e della Gran Bretagna. L’Italia, purtroppo, ancora una volta non fa una bella figura, posizionandosi al ventitreesimo posto, dopo Messico, Qatar, Cile e Portogallo.
Il Web Index, promosso dalla World Wide Web Foundation (che fa capo a Sir Tim Berners-Lee, uno dei fondatori della tripla «w»), si basa sui dati raccolti dal 2007 al 2011. L’indice non misura soltanto la quantità degli utenti di Internet e delle connessioni, ma la qualità dell’offerta digitale e la capacità del Web di impattare sulla vita delle persone. I dati del Web Index coprono oltre 61 nazioni sparse su tutti i continenti e sono una delle principali risorse per capire l’evoluzione delle infrastrutture, dell’innovazione e della economia di un paese in rapporto alla diffusione di Internet.
Prima assoluta, con “votazioni” che sfiorano la perfezione è la Svezia. Il Paese di Stieg Larsson è un vero e proprio secchione: con un indice totale pari a 100100 è la nazione che presenta la maggiore accessibilità ad Internet in quanto a infrastrutture e mezzi di comunicazione e il miglior impatto del web registrato su economia, politica e società. A ruota seguono gli Stati Uniti (che hanno il ranking più alto in quanto penetrazione della Rete e contenuti disponibili) e la Gran Bretagna. Più sotto, la top ten è composta da Canada, Finlandia, Svizzera, Nuova Zelanda, Australia, Norvegia e Irlanda.
Per trovare l’Italia bisogna scendere un bel po’ nella classifica. Se il nostro Paese risulta dodicesimo in Europa (sopra Polonia, Turchia e Russia), nel resto del mondo ci piazziamo al ventitreesimo posto dopo Messico, Qatar e Cile. Appena sopra il Brasile, la Polonia e il Kazakistan.
Ciò che più colpisce è che il settore dove si riscontrano i risultati peggiori è quello dell’impatto di Internet sulla società. Secondo il Web Index 2012 né la politica né l’economia italiana sfruttano a dovere il potenziale della Rete. I valori che riguardano l’impatto economico dell’online sono così bassi che ci piazzano al 38esimo posto, ben oltre la metà della classifica e sotto la Tailandia, l’Egitto, la Colombia, addirittura dopo la Tunisia.
Un dato che preoccupa perché, a fronte di un buon risultato in quanto connessioni e penetrazione di Internet (siamo al posto numero 15 in quanto estensione del numero di connessioni da parte dei cittadini), non corrisponde un’adeguata crescita economica del settore online. Una crescita che, al contrario, è uno dei traini che stanno aiutando l’Irlanda a uscire dalla crisi: il Paese del trifoglio è il primo in classifica in quanto impatto economico legato alla Rete.
La classifica, come tengono a precisare dalla World Wide Web Foundation, mette in luce che il potenziale della Rete è ancora poco sfruttato o addirittura ostacolato. Se i dati hanno messo in luce che, globalmente, solo una persona su tre ha accesso alla Rete (percentuale che scende a 1 su 6 in Africa), un terzo delle nazioni monitorate ha adotta misure restrittive per l’accesso al world wide web. «L’accesso a internet rimane un lusso per pochi», ha commentato Berners-Lee, perché «gli alti costi della connettività frenano milioni di persone dal diritto di informarsi e partecipare».