Montino: “Polverini si dimette sbattendo la porta? Furba…”

Montino: “Polverini si dimette sbattendo la porta? Furba...”

Si dimette? Non si dimette? Non sono giorni sereni, senza dubbio, per Renata Polverini. Ma la sua reazione, di fronte allo scandalo- Fiorito, è stata fermissima. Anzi. Ha minacciato le dimissioni e, se non fossero passati i tagli, anche la caduta di tutto il consiglio del Lazio. Fuoco e fiamme, che però il capogruppo del Pd Esterino Montino definisce, su Twitter, “uno show”, anzi, “un teatrino”. Insomma, a suo avviso la Polverini sta calcando troppo sulle minacce, per essere credibile.

Montino, secondo lei la Polverini esagera?
Esagera? Eccome. Tutte le sue minacce sono eccessive. Ha esasperato i toni, e lo ha fatto per due ragioni.

Ah, e quali?
La prima è che sta cercando di nascondere la debolezza sua e quella del centrodestra. Perché – va sottolineato – guardando i numeri ha una maggioranza, la Polverini. Ma in realtà non è vero. Sulle questioni nodali non hanno mai preso provvedimenti veri, perché altrimenti perché avrebbero discusso troppo, e forse in modo irreparabile. Per cui, anche nelle cose minime, la maggioranza non c’è: lei spara alto per annacquare questa realtà, che è ormai innegabile.

E la seconda?
Gioca d’anticipo: vede quello che sta succedendo e vuole evitare di essere travolta. E allora è spaventata, capisce che per lei questo è un momento decisivo. Lei si è era presentata come un personaggio decisionista, pulito e dal volto nuovo. Deve mostrare che sta mantenendo il controllo, anche se la maggioranza le sta morendo davanti.

È chiaro. Ma, bene o male, quello che ha chiesto lo ha ottenuto. Perché continua a mantenere alta la tensione?
Perché non sa cosa sta succedendo nella Procura, come si muoverà. Non ha la minima idea di come si chiuderà questa cosa, e allora cerca di alzare i toni. Comunque, nella vicenda, ne è uscita sconfitta. La sua leadership non si impone, e le teste che ha chiesto di far saltare, come quella di Battistoni, sono ancora al loro posto. Solo i tagli alle spese sono stati accettati. E allora che f? Urla.

Ma si tratta di dinamiche soltanto interne alla Regione?
No, non solo. Lei si è alleata con la Destra di Storace, cercando di penetrare nel Pdl laziale e divenare ago della bilancia. Ma non ci è riuscita. Le correnti del Pdl si scannavano tra loro, ma hanno fatto argine: sia Tajani, che Rampelli, che Battistoni. Una situazione che si è aggravata nel tempo. La maggioranza non c’è, e lei ha cercato di apparire come una donna dura e pura. E poi, adesso, le cose stanno finendo.

In che senso?
Ci sta che lei stia pensando anche al futuro: io credo che stia pensando di dimettersi, è l’unica soluzione possibile, e non ne uscirebbe poi così male. Nel Lazio non può far nulla, e le resta solo di sbattere la porta. In tempi di anti-politica come questi, una posizione dura e pura come la sua è un punto di forza. E poi, a un ruolo nazionale lei ci pensa, eccome. 

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