Ormai il dibattito pare monopolizzato. Renzi contro Bersani, Bersani contro D’Alema, giovani contro vecchi. Insomma le primarie del Pd, pardon del centrosinistra. Dibattito, ammettiamolo, non proprio appassionante. Come ormai ogni giorno ripete Peppino Caldarola, nella speranza di cambiare il baricentro della discussione e riportarlo sull’Italia, sulle idee per governarla.
In tutto questo, mentre Veltroni si guadagna le prime pagine dei quotidiani annunciando che non si candiderà più al Parlamento e D’Alema invece ci resta perché in realtà non vorrebbe rinunciarvi, qualche quotidiano ci ricorda che l’Italia ha ancora un Governo in carica. E che in questo Governo sta andando in scena uno scontro non proprio irrilevante tra il presidente del Consiglio Mario Monti e il ministro dell’Economia Vittorio Grilli. Uno scontro che, come scrive giustamente Alessandro Barbera su La Stampa, è ancora una volta uno scontro tra i tecnici e i burocrati, tra il Tesoro e la Ragioneria. Insomma, tra chi sembra voler innovare e chi invece fa valere il peso della conoscenza degli apparati e dei meccanismi alla base della pubblica amministrazione. Siamo stati lì lì per tassare le pensioni di invalidità sopra i 15mila euro.
Sta di fatto che uno dei provvedimenti più politici di questo Governo, se non il più politico, vale a dire il taglio delle aliquote Irpef per le due fasce di reddito più basse, rischia di perdersi tra i faldoni dei palazzi.
A questo, viene spontaneo porsi una domanda: ma un partito, anzi una coalizione, che si appresta a scegliere il proprio candidato per Palazzo Chigi, non dovrebbe discutere di questo? Non dovrebbe dire se sta con Monti oppure con il Ragioniere generale Mario Canzio? Non sarebbe più interessante un dibattito del genere rispetto a quelli cui siamo quotidianamete costretti ad assistere sul confronto generazionale?
E, ancora, perché Renzi, Bersani e Vendola non ci illustrano la loro idea di scuola? In Francia Hollande – che le elezioni le ha vinte, eh! – lo sta facendo in Francia, sta cambiando l’istruzione pubblica. Possibile che da noi non si dica una parola, se non dichiarazioni di rito contro l’ultimo provvedimento del ministro Profumo?
Insomma, cari candidati, alzate la testa, allontanatevi dallo specchio. C’è un mondo fuori che vi aspetta. Un po’ più ampio rispetto a quello di Davide Serra e la Milano che conta, così come è più ampio rispetto alla possibilità di candidare o meno le solite facce.