Ilaria Negri è una giovane entomologa con un pedigree di tutto rispetto. Il prestigio delle sue pubblicazioni è indiscutibile, ma non le è bastato, fino ad ora, per vincere un concorso all’Università di Milano che era predestinato per un’altra persona. Una persona che può battere il curriculum di Ilaria sotto un unico profilo: la vicinanza al presidente della commissione di concorso. Per due volte Ilaria ha fatto ricorso al Tar, e per due volte il tribunale amministrativo ha riconosciuto che la commissione ha commesso degli atti illegittimi (quali il non usare gli indici bibliometrici nel valutare le pubblicazioni che la stessa legge prescrive) pur di far vincere la peggiore tra i candidati a quel concorso.
Per la cronaca, a quel concorso parteciparono altri bravi e meritevoli candidati: Stefano è nel frattempo emigrato nel Regno Unito; Salvatore ha lavorato gratis sei mesi (!) per poi prendere un altro assegno di ricerca; Luca ha dovuto aspettare due anni prima di ottenere un posto come ricercatore a tempo determinato. Ilaria lotta ancora per vedersi riconosciuto quello che le spetta di diritto: ovvero essere valutata da una commissione secondo quanto prescrivono la legge e la prassi internazionale. La sua storia è raccontata qui: www.soccorsoconcorso.org
Anche Matteo, Fabio, Alessandro, Michela e Margherita, cinque giovani economisti, hanno dovuto mettere insieme le forze e ricorrere alla giustizia amministrativa. Sono stati costretti a farlo dopo che, all’inizio dell’anno, una commissione di un concorso all’Università dell’Insubria ha preso l’incredibile quanto vergognosa decisione di far vincere l’unico candidato – su diciassette – che non si schioda dal numero zero in sette diversi indicatori comunemente usati per valutare le pubblicazioni in economia. La loro storia e la tabella comparativa sulle pubblicazioni dei candidati è raccontata qui: bit.ly/insubria
Infine, anche se in ordine di tempo sarebbe meglio dire in principio, c’è Matteo, che dopo aver subito l’ennesimo sopruso a un concorso all’Università del Piemonte Orientale verso la fine del 2011, con profonda amarezza ha gettato un sasso nello stagno, postando in un gruppo facebook il profilo della candidata senza meriti in odore di vittoria. La candidata – ça va sans dire – era la peggiore secondo cinque indici bibliometrici diversi tra i tredici candidati al concorso, ma era molto vicina al presidente della commissione. La storia di questo concorso è raccontata qui: bit.ly/yLKsTH
Da quel semplice gesto di amarezza e frustrazione, in una maniera che Matteo non poteva nemmeno immaginare, è nata invece una bella storia di amicizia, resistenza ed emancipazione. Un gruppo di amici, infatti, si è dato da fare ed è nato così il SECS team. SECS come l’acronimo di Scienze Economiche e Statistiche, e team come il famoso A-team della serie TV, quello che corre ovunque vi siano soprusi che nessuno vuol combattere. Il SECS team ha ottenuto prima che il concorso a cui Matteo ha partecipato venisse bloccato e rimandato alla commissione, e poi ha organizzato una raccolta fondi per finanziare il ricorso al Tar dei cinque dell’Insubria. Dei risultati del SECS team ha parlato anche Report, nella puntata di domenica 7 Ottobre: vimeo.com/51063079 . Una piccola guida su come invertire le sorti dei concorsi truccati e predestinati è stata pubblicata qui: bit.ly/Caligola nella speranza che altri ricercatori prendano coraggio e rivendichino con l’azione le loro aspirazioni al merito.
Ci sono due cose per il futuro a cui il bel servizio di Report non rende giustizia. La prima è la nuova iniziativa di raccolta fondi per finanziare il ricorso di Ilaria in corso che potete trovare qui: www.soccorsoconcorso.org. La seconda riguarda la vicenda umana di questo gruppo di persone. Prendersi qualche rischio ed esporsi in prima persona è stato un prezzo da pagare leggero rispetto a quanto abbiamo guadagnato da questa esperienza. La fierezza di sapere di aver fatto la cosa giusta, l’amicizia cementata dalla consapevolezza di affrontare qualche pericolo insieme e la rete di belle persone e di generosi contatti trovati sinora sono senza prezzo. Per tutto il resto, eventualmente, abbiamo imparato come organizzare una raccolta fondi.
PS. Abbiamo un debito di riconoscenza verso Linkiesta, che ha seguito le nostre vicende fino dal primo concorso, e in particolare verso Jacopo Tondelli, che non solo ci ha prestato la sua attenzione giornalistica, ma si è fidato di noi fino al punto di fare da garante per il corretto uso dei fondi che stiamo raccogliendo per i ricorsi al Tar.