E dunque, nella stessa sentenza (223/2012) in cui aveva deciso l’illegittimità della decurtazione dello stipendio ai pubblici dipendenti che guadagnavano più di 90 mila euro, i giudici della Corte Costituzionale hanno anche spiegato che anche la trattenuta del 2,5% sul tfr dei dipendenti pubblici è illegittima. Risultato: aumento netto dello stipendio, più versamento degli “arretrati”, dato il carattere di nullità alla radice insito nella dichiarazione di incostituzionalità.
Risultato politico: Monti dovrà ora trovare risorse per coprire “il buco”. Nel pieno rispetto della Corte Costituzionale, a noi viene il solito dubbio. Ma davvero ha senso un controllo di costituzionalità che arriva – nel pieno di questioni tutte politiche – con due anni di ritardo e rischia di obbligare tutti a fare nuovi, complicatissimi conti e a prendere nuove difficili decisioni?