Se non siete mai stati al Museo Egizio di Torino, e non avete mai visto le sue celebri mummie, fra poco potrebbe essere troppo tardi. Sì, perché secondo le nuove direttive del museo, «esporre cadaveri non è dignitoso». Così i corpi imbalsamati torneranno nei loro sarcofagi, al chiuso e al riparo dagli occhi dei visitatori che (secondo loro), potrebbero rimanere impressionati dalla vista di questo spettacolo. Con tanto dispiacere dei più piccoli, che erano senza dubbio gli ammiratori più entusiasti delle mummie. Altro che avere paura. Unica eccezione le mummie degli ignoti, che non hanno una tomba dove riposare.
Il perché di questa decisione lo spiega la direttrice Eleni Vassilika su La Stampa di ieri: «Noi siamo un museo di arte antica, e il macabro non ci interessa. Il nostro percorso museale va ben oltre l’esposizione di qualche mummia, è un dialogo con una civiltà antica durata più di 2000 anni, che va ricordata per molto di più che i suoi riti funerari». Un rimodellamento più pudico insomma, che non punta al sensazionalismo ma a tutto il resto che circonda questa civiltà, dal corredo che accompagnava i morti ai bellissimi sarcofagi. Le mummie forse attiravano troppo l’attenzione del pubblico, togliendo spazio a tutte le altre bellezze del museo.
Ma questo basta per sottrarci un pezzetto di conoscenza dei nostri antenati? In fin dei conti le mummie e il processo di imbalsamazione rappresentano uno degli aspetti più caratteristici di quella civiltà. E va bene che parliamo di cadaveri imbalsamati, ma se fosse davvero una visione così macabra, forse oggi non sarebbe una delle attrazioni principale del museo.