PECHINO – La madre del primo ministro cinese era un’insegnante nel nord della Cina. Suo padre portava i maiali in una delle campagne politiche di Mao. E in un discorso dello scorso anno il primo ministro, Wen Jiabao, ha detto che durante l’infanzia la sua famiglia era molto povera.
Ma ora la 90enne, madre del primo ministro, Yang Zhiyun, secondo documenti aziendali e normativi, non solo ha lasciato alle spalle la povertà ma è diventata veramente ricca, almeno sulla carta. I documenti dimostrano che solo un investimento a suo nome, in una grande società cinese di servizi finanziari, è stato valutato cinque anni fa 120 milioni di dollari.
I dettagli di come la signora Yang, una vedova, abbia accumulato tale ricchezza non sono noti, e neanche se lei era a conoscenza delle partecipazioni a suo nome. Ma ciò è successo dopo che suo figlio ha raggiunto l’élite del potere della Cina, la prima volta nel 1998 come vice primo ministro e poi cinque anni più tardi, come primo ministro.
Secondo un’indagine del New York Times, molti parenti di Wen Jiabao, tra cui il figlio, la figlia, il fratello minore e il fratellastro, sono diventati straordinariamente ricchi durante la sua leadership. Un controllo dei registri aziendali e normativi indica che i parenti del presidente del consiglio, alcuni dei quali hanno un talento aggressivo per il deal-making, compresa la moglie, controllano beni per un valore di almeno 2,7 miliardi di dollari.
In molti casi, i nomi dei parenti sono stati nascosti dietro società e investimenti che coinvolgono amici, colleghi di lavoro e partner commerciali. Rintracciare le loro partecipazioni finanziarie permette di avere uno sguardo insolitamente dettagliato su come le persone collegate politicamente hanno approfittato di essere all’incrocio tra governo e business e di come l’influenza dello Stato e la ricchezza privata coincidano in una Cina in rapida crescita economica.
I documenti mostrano che diversamente dalla maggior parte delle nuove imprese cinesi, le speculazioni della famiglia hanno ricevuto, a volte, il sostegno finanziario di società statali, tra cui China Mobile, uno dei più grandi operatori di telefonia del paese. Altre volte, le speculazioni hanno ottenuto il sostegno di alcuni dei più ricchi magnati asiatici. Il Times ha scoperto che i parenti di Wen hanno accumulato azioni di banche, gioiellerie, centri turistici, aziende di telecomunicazioni e infrastrutture, utilizzando a volte entità offshore.
Le imprese comprendono un progetto di sviluppo di una villa a Pechino, una fabbrica di pneumatici in Cina del Nord, una società che ha contribuito a costruire alcuni degli stadi olimpici di Pechino, tra cui quello conosciuto come il “Bird’s Nest”, e Ping An Insurance, una delle più grandi società di servizi finanziari nel mondo.
Come primo ministro di un’economia che continua a essere fortemente alimentata dallo Stato, Wen, è conosciuto per i suoi modi semplici e il tocco comune, ma è molto più importante la sua autorità sulle principali industrie con cui i suoi parenti hanno costruito la loro fortuna. Per esempio, le aziende cinesi non possono mostrare le loro partecipazioni in borsa senza l’approvazione da parte di agenzie coordinate da Wen. Egli ha anche il potere di influenzare gli investimenti in settori strategici come l’energia e le telecomunicazioni.
Il governo cinese raramente rende pubbliche le proprie deliberazioni, quindi non si sa quale ruolo Wen, che ha 70 anni, abbia giocato nelle più importanti decisioni politiche e normative. Ma dalle opportunità rese possibili da queste decisioni, in qualche caso, i suoi parenti hanno cercato di trarne profitto.
Secondo le valutazioni in base ai documenti governativi, il fratello minore del primo ministro, per esempio, ha una società che si è aggiudicata più di 30 milioni di dollari in appalti pubblici e sussidi per gestire il trattamento delle acque di scarto e lo smaltimento dei rifiuti sanitari in alcune delle più grandi città della Cina. I contratti sono stati annunciati dopo che Wen, nel 2003 dopo l’epidemia di Sars, ha stabilito una normativa più severa per lo smaltimento dei rifiuti sanitari.
Nel 2004, dopo che il Consiglio di Stato, parte del governo che Wen presiede, ha esentato Ping An Insurance e altre società da regole che limitano le loro libertà d’azione, Ping An ha continuato a raccogliere 1,8 miliardi di dollari in un’offerta pubblica di azioni. Partnership controllate dai parenti di Wen – insieme ai loro amici e colleghi – hanno fatto fortuna investendo nella società prima dell’offerta pubblica.
Secondo un resoconto degli investimenti fatto dal Times e verificato da revisori esterni, nel 2007, ultimo anno in cui le partecipazioni azionarie sono state rese note in documenti pubblici, queste società, detenevano più di 2,2 miliardi dollari del valore delle azioni di Ping An. Adesso, il valore complessivo di mercato di Ping An è vicino ai 60 miliardi di dollari.
Ping An ha riferito in un comunicato che la società «non conosce il background delle entità che stanno dietro gli azionisti». E ha aggiunto che «Ping An non ha modo di conoscere le intenzioni che stanno dietro gli azionisti quando comprano e vendono le nostre azioni».
Mentre i regolamenti del partito comunista chiedono agli alti funzionari di rivelare la propria ricchezza e quella dei loro stretti familiari, nessuna legge o regolamento vieta ai parenti dei più alti funzionari di diventare deal-maker o grandi investitori – una scappatoia che permette efficacemente di commerciare con il nome di famiglia. Alcuni cinesi sostengono che permettere alle famiglie dei leader del Partito Comunista di trarre profitto dal lungo boom economico del paese è stato importante per garantire il sostegno delle élite alle riforme per le esigenze di mercato.
I documenti depositati presso le autorità regolatorie cinesi mostrano che così, i rapporti d’affari dei parenti di Wen sono stati a volte nascosti in un modo che suggeriva che i parenti erano desiderosi di evitare di controllo pubblico. Secondo il resoconto, le loro quote di partecipazione sono spesso velate da un’intricata rete di aziende fino a cinque passaggi trasferiti a società operative.
Nel caso della madre di Wen, il Times calcola le sue partecipazioni in Ping An – del valore di 120 milioni di dollari nel 2007 – esaminando i documenti pubblici e le carte d’identità emesse dal governo , e seguendo le proprietà di tre organismi di investimento cinesi. Il nome registrato sulle azioni di sua madre era Taihong, una holding registrata a Tianjin, città natale del primo ministro.
Gli apparenti sforzi per nascondere la ricchezza riflettono l’alta tensione politica che circonda la classe dirigente del paese, gran parte della quale è enormemente ricca, ma riluttante a richiamare l’attenzione sulle sue ricchezze. Quando Bloomberg News ha riportato che nel mese di giugno la famiglia allargata del vice presidente Xi Jinping, destinato a diventare il prossimo presidente della Cina, aveva accumulato centinaia di milioni di dollari in attività, il governo cinese ha bloccato all’interno del Paese l’accesso al sito web di Bloomberg.
«Nell’alta leadership, non c’è famiglia che non abbia questi problemi», ha detto un ex collega di governo di Wen Jiabao, che lo conosce da più di 20 anni e che ha parlato a condizione di anonimato. «I suoi nemici stanno intenzionalmente cercando di diffamarlo permettendo questa fuga di notizie».
Il Times ha mostrato le sue conclusioni al governo cinese per un commento. Il ministero degli Esteri si è rifiutato di rispondere alle domande sugli investimenti, del primo ministro o dei suoi parenti. Anche i membri della famiglia di Wen hanno rifiutato di commentare o non hanno risposto alle richieste di commento.
Duan Weihong, una ricca donna d’affari la cui compagnia, Taihong, è stata il veicolo di investimento per le azioni di Ping A detenute dalla madre del primo ministro e da altri parenti, ha detto che gli investimenti erano in realtà i suoi. La signora Duan, che viene dalla città natale del primo ministro ed è un’amica stretta di sua moglie, ha detto che la titolarità delle azioni era elencata a nome dei parenti di Wen nel tentativo di nascondere la dimensione della propria partecipazione nell’azienda di Duan. «Quando ho investito in Ping An non volevo che fosse scritto». Duan ha dichiarato che aveva incaricato i suoi parenti a trovare altre persone che detenessero le azioni per lei».
Ma c’è stato un “incidente” – ha detto Duan – poiché la sua azienda ha inserito i parenti del primo ministro come azionisti – un processo che ha richiesto di registrare il loro numero di documento di identità ufficiale e di ottenere le loro firme. «Fino a quando il Times ha presentato i nomi degli investitori non avevo idea di aver selezionato i parenti di Wen Jiabao».
Il controllo dei documenti aziendali e normativi, che copre il periodo 1992-2012, non ha permesso di riscontrare partecipazioni a nome di Wen. E non è stato possibile determinare dai documenti se si possa escluderlo da tutte le decisioni che potrebbero avere avuto effetto sulle partecipazioni dei suoi parenti, o se hanno ricevuto un trattamento preferenziale negli investimenti.
Per gran parte del suo mandato, Wen Jiabao è stato al centro di voci e congetture sugli sforzi fatti dai suoi parenti per riuscire a trarre profitto dalla sua posizione. Tuttavia, prima del controllo del Times, non vi è era una contabilizzazione dettagliata delle ricchezze della famiglia.
Sua moglie, Zhang Beili, è una delle principali autorità del paese per i gioielli e le pietre preziose, ed è un’esperta donna d’affari. Il Times ha scoperto che amministrando le aziende di diamanti statali, che in seguito sono state privatizzate, ha aiutato i suoi parenti a conferire le loro quote di minoranza in portafoglio da un miliardo di dollari che include attività assicurative e tecnologiche oltre a imprese immobiliari.
In base a documenti e interviste con banchieri, l’unico figlio della coppia ha venduto una società di tecnologia, alla famiglia dell’uomo più ricco di Hong Kong, Li Ka-shing, per 10 milioni di dollari, e ha usato un altro veicolo di investimento per fondare Capital New Horizon, oggi una delle più grandi società di private equity della Cina, con partner come il governo di Singapore,
I documenti dimostrano che il fratello minore del primo ministro, Wen Jiahong, controlla 200 milioni di dollari in attività, compresi gli impianti di trattamento delle acque rifiuto e le imprese di riciclaggio. Come primo ministro, Wen ha puntato su una posizione da populista e riformatore, qualcuno dei media di stato lo ha soprannominato «il premier del popolo» e «nonno Wen» a causa delle sue frequenti uscite per incontrare la gente comune, in particolare nel momenti di crisi come le catastrofi naturali.
Non è invece chiaro fino a che punto il primo ministro conosca la ricchezza della sua famiglia. I documenti del Dipartimento di Stato pubblicati da WikiLeaks nel 2010, includono un file che suggerisce che Wen era a conoscenza dei rapporti d’affari dei suoi parenti, ma non era contento di questo. Secondo un file del 2007, una persona nata in Cina che lavora in una compagnia americana a Shangai ha detto a diplomatici americani che «Wen è disgustato per le attività della sua famiglia, ma non è in grado o non vuole farle finire».
LA REGINA DI DIAMANTI CINESE
Non è un segreto nei circoli elitari della Cina che la moglie del primo ministro, Zhang Beili, sia ricca, e che ha contribuito a controllare i gioielli nazionali e il commercio delle gemme. Il Times controllando i registri aziendali e normativi, ha scoperto che i suoi affari vantaggiosi di diamanti sono diventati un successo solo quando suo marito ha raggiunto i più alti livelli di leadership del Paese.
Secondo un geologo, con una grande esperienza in pietre preziose, la signora Zhang è in gran parte sconosciuta ai cinesi ordinari. Raramente viaggia o appare insieme al primo ministro, e ci sono poche fotografie ufficiali della coppia insieme. E le persone che hanno lavorato con lei dicono che ha gusto per la giada e i fini diamanti, ma dicono che di solito vesta modestamente, non trasudando fascino, e preferisca esercitare la propria influenza dietro le quinte, proprio come fanno i parenti degli altri alti dirigenti.
I documenti del Dipartimento di Stato rilasciati da Wikileaks includono un’allusione al fatto che Wen aveva una volta pensato di divorziare da Zhang perché lei aveva sfruttato la loro relazione per i suoi traffici di diamanti.
Secondo le notizie del periodo, la televisione taiwanese nel 2007 aveva riferito che la signora Zhang aveva comprato un paio di orecchini di giada dal valore di circa 275 mila dollari a una fiera commerciale di Pechino. La fonte – un commerciante di Taiwan – ha poi fatto marcia indietro e la censura del governo cinese si è mossa con rapidità per bloccare la copertura della tv in Cina.
«Le sue attività commerciali sono noti a tutti quelli che fanno parte della leadership» ha detto un banchiere che ha lavorato con i parenti di Wen Jiabao. Il banchiere ha anche riferito che non era insolito per il suo ufficio invitare imprenditori. «E se arriva quella chiamata, come si può dire di no?».
Zhang Beili ha acquistato influenza negli anni novanta, mentre lavorava come regolatore al Ministero di Geologia. A quell’epoca, il mercato della gioielleria in Cina era ancora nella sua infanzia. Mentre il marito prestava servizio in una delle più importanti aree della leadership cinese, conosciuta come Zhongnanhai, la signora Zhang si collocava tra le industrie standard nel commercio di gioielli e gemme. Aveva aiutato a creare il National Gemstone Testing Center di Pechino e lo Shanghai Diamond Exchange, due delle più importanti istituzioni del settore.
In un paese dove lo Stato ha a lungo dominato il mercato, le autorità di regolamentazione dei gioielli hanno spesso deciso quali società potevano istituire stabilimenti di trasformazione dei diamanti, e chi avrebbe ottenuto l’accesso al mercato della gioielleria al dettaglio. I regolatori dello Stato hanno anche formulato le regole necessarie ai venditori di diamanti per acquisire i certificati di autenticità per ogni diamante venduto in Cina, da parte del centro di Pechino controllato dal governo, che ha gestito Zhang.
Di conseguenza, quando i dirigenti di Cartier o di De Beers hanno visitato la Cina con la speranza di vendere i diamanti o i gioielli lì, spesso sono andati a trovare la signora Zhang, che è diventata nota come la «regina dei diamanti della Cina».«È la persona più importante lì», ha detto Gaetano Cavalieri, presidente della Confederazione Mondiale di Gioielli in Svizzera. «Ha fatto da ponte tra le parti, i partner cinesi e quelli stranieri».
Già nel 1992, le persone che avevano lavorato con la signora Zhang dicevano che aveva cominciato a confondere la linea di demarcazione tra il ruolo da pubblico ufficiale e quello da imprenditrice. Come capo delle società controllate dallo stato China Mineral e Gem Corporation, ha iniziato a investire i soldi della società statale in start-up. E quando il marito è stato nominato vice premier, nel 1998, era occupata a creare iniziative imprenditoriali con amici e parenti.
Secondo i documenti pubblici, la compagnia statale ha investito in un gruppo di società collegate ai diamanti. Molte di questi erano gestite da parenti della signora Zhang – o da colleghi che avevano lavorato con lei al Nazional Gemstone Testing Center.
Nel 1993, per esempio, la società statale della Zhang ha contribuito a fondare Pechino Diamond, un grosso rivenditore di gioielli. Un anno dopo, uno dei suoi fratelli minori, Zhang Jianming, e due dei suoi colleghi di governo hanno personalmente acquistato l’80% della società, secondo i registri degli azionisti. Pechino Diamond investe in Shenzhen Diamond, che è controllata da suo fratello acquisito, Wen Jiahong, che è il fratello minore del primo ministro.
Tra le imprese di successo c’era Sino-Diamond, una società finanziata dalle statali China Mineral and Gem Corporation, che Zhang ha diretto. La società aveva anche legami d’affari con la società statale gestita da un altro fratello, Zhang Jiankun, che lavorava come funzionario a Jiaxing, città natale della signora Zhang, nella provincia di Zhejiang.
Nell’estate del 1999, dopo aver ottenuto accordi per importare diamanti dalla Russia e dal Sudafrica, Sino-Diamond è diventata pubblica, raccogliendo 50 milioni di dollari alla borsa di Shanghai. Secondo documenti aziendali, l’offerta guadagnata dalla famiglia di Zhang era di circa 8 milioni di dollari.
Anche se non è mai stata indicata come un’ azionista, ex colleghi e partner commerciali dicono che le prime partnership di diamanti della Zhang erano il nucleo di un portafoglio più ampio di imprese che dopo sarebbe servito ad aiutare la sua famiglia e i colleghi ad acquisire una partecipazione.
Il Times non ha trovato nessuna indicazione che Wen Jiabao ha usato la sua influenza politica per influenzare le compagnie di diamanti in cui avevano investito i suoi parenti. Ma gli ex soci d’affari hanno detto che il successo della famiglia nei diamanti, e non solo, è stato spesso sostenuto dall’aiuto finanziario di ricchi uomini d’affari che sono andati alla ricerca di favori da fare alla famiglia del primo ministro.
«Dopo che Wen è diventato primo ministro, la moglie ha venduto alcuni dei suoi investimenti di diamanti e si è spostata verso nuove cose», ha detto un dirigente cinese che ha fatto affari con la famiglia che ha chiesto di non essere nominato per la paura di ritorsioni del governo.
Report aziendali mostrano che a partire dalla fine degli anni novanta, una serie di ricchi uomini d’affari si sono alternati a comprare quote di grandi dimensioni nelle società di diamanti, spesso dai parenti di Wen, e poi li hanno aiutati a reinvestire in altre imprese lucrative, come quelle immobiliari e finanziarie.
Secondo i dati aziendali e le interviste, gli uomini d’affari spesso hanno fornito personale per gestire la contabilità e spazi d’ufficio in partnership di investimento in parte controllati dai parenti. «Quando hanno costituito le aziende – ha detto un uomo d’affari che ha creato una società con i membri della famiglia Wen – la signora Zhang è rimasta sullo sfondo. È così che ha funzionato».
IL FIGLIO UNICO
Una sera sul tardi, all’inizio di quest’anno, l’unico figlio del primo ministro, Wen Yunsong, si trovava nella cigar lounge del Xiu, un bar e lounge di lusso al Park Hyatt di Pechino. Secondo due persone che erano presenti, stava bevendo un cocktail con i nuovi ricchi di Pechino che stringevano borse griffate e indossavano giacche e cravatte costose.
In Cina, i figli degli alti dirigenti hanno ampiamente creduto di costituire una classe nelle loro città. Conosciuti come “principini”, hanno spesso ottenuto una laurea Ivy League, trattamenti Vip, e gli sono spesso stati offerti prezzi di favore su azioni durante il processo di quotazione in Borsa. Sono noti anche come quelli che riescono a ottenere che gli affari vadano in porto in un mercato fortemente regolamentato come quello della Cina, dove lo Stato controlla l’accesso. E negli ultimi anni, pochi principini sono stati coraggiosi come il giovane Wen, che va sotto il nome inglese di Winston e ha circa 40 anni.
Un controllo del Times sugli investimenti di Winston Wen, e interviste con persone che lo conoscono da anni, dimostrano che il suo deal-making è stato esteso e redditizio, anche per gli standard dei suoi coetanei principini. Colossi gestiti dallo stato, come China Mobile, hanno fatto start-up con lui. Negli ultimi anni, Winston Wen è in trattative con gli studios di Hollywood per un accordo finanziario.
Preoccupato che la Cina non ha un collegio d’élite per gli studenti cinesi, ha recentemente assunto i presidi di Choate e Hotchkiss in Connecticut per sovrintendere la creazione di una scuola privata di 150 milioni dollari, in costruzione nei sobborghi di Pechino. Secondo i documenti aziendali e le persone che hanno familiarità con gli investimenti della famiglia, Winston Wen e sua moglie, inoltre, hanno partecipazioni nell’industria tecnologica e nella compagnia elettrica, così come una partecipazione indiretta in Union Mobile Pay, la piattaforma di pagamenti online sostenuta dal governo – il tutto mentre vivono nella residenza del primo ministro, nel centro di Pechino.
«Non si vergogna a usare la sua influenza per fare le cose», ha detto un venture capitalist che regolarmente incontra Winston Wen. Il giovane Wen ha rifiutato di commentare. Ma in un’intervista telefonica, la moglie, Yang Xiaomeng, ha detto che suo marito era stato ingiustamente criticato per i suoi rapporti d’affari. «Tutto quello che è stato scritto su di lui è sbagliato – ha detto – lui in realtà non fa affari molto spesso».
Winston Wen ha studiato a Pechino e ha conseguito una laurea in ingegneria presso l’Istituto di tecnologia di Pechino. È poi andato all’estero per conseguire un master in Ingegneria dei Materiali presso l‘Università di Windsor, in Canada, e un MBA presso la Kellogg School of Business presso la Northwestern University di Evanston, Illinois, appena fuori Chicago.
Tornato in Cina nel 2000, ha contribuito a creare tre aziende tecnologiche di successo in cinque anni, secondo le persone che hanno familiarità in tali affari. Due di loro sono state vendute a uomini d’affari di Hong Kong, una alla famiglia di Li Ka-shing, uno dei più ricchi uomini in Asia.
La prima impresa di Winston Wen, è stata un fornitore di servizi di dati Internet chiamato Unihub globale, fondata nel 2000 con capitale di avviamento di 2 milioni di dollari, secondo i corporare filings di Hong Kong e Pechino. Il finanziamento proveniva da un affiatato gruppo di parenti ed ex colleghi di sua madre sia del governo che del commercio di diamanti, così come un associato di Cheng Yu-tung, il patriarca della seconda famiglia più ricca di Hong Kong.
I primi clienti della ditta erano case di brokeraggio controllate dallo Stato e Ping An, in cui la famiglia Wen ha una partecipazione finanziaria di grandi dimensioni. Una mossa ancora più audace l’ha fatta nel 2005, andando verso il private equity, quando ha costituito New Horizon Capital con un gruppo di compagni cinesi della Northwestern. L’azienda ha rapidamente raccolto 100 milioni di dollari di investitori, tra cui SBI Holdings, una divisione del gruppo giapponese SoftBank, e Temasek, il fondo di investimento del governo di Singapore.
Secondo Wen, New Horizon si è affermata come azienda leader di private equity, investendo in biotecnologie, energia solare, eolica e costruzione di macchine da produzione. Da quando ha iniziato a operare, la società ha restituito 430 milioni di dollari agli investitori, un profitto quattro volte più alto, secondo SBI Holdings.
«Il loro primo fondo era dinamite – ha detto Kathleen Ng, direttore della Asia Private Equity Review, una pubblicazione di settore di Hong Kong – e ha permesso loro di raccogliere molti più soldi». Oggi, New Horizon ha più di 2,5 miliardi di dollari da gestire. Alcuni degli investimenti di Winston Wen hanno, però, attirato un’attenzione indesiderata per il primo ministro.
Nel 2010, quando New Horizon ha acquisito una partecipazione del 9% in una compagnia chiamata Pharmaceuticals Sihuan appena due mesi prima della sua pubblica offerta, la borsa di Hong Kong ha detto che l’investimento ha violato le regole e costretto l’azienda a restituire le quote. Eppure, New Horizon ha ottenuto un profitto 46,5 milioni di dollari dalla vendita.
Poco dopo, New Horizon ha annunciato che Winston Wen aveva seguito giorno per giorno le operazioni e preso una posizione nella Chinsa Satellite Communications Corporation, una società controllata dallo Stato, che ha legami con il programma spaziale cinese. Da allora è stato nominato presidente.
I MAGNATI
Alla fine del 1990, Duan Weihong ha gestito un edificio di uffici e diverse altre proprietà a Tianjin, città natale del primo ministro nel nord della Cina, attraverso la sua società immobiliare, Taihong. Aveva vent’anni e aveva studiato presso la Nanjing University of Science and Technology.
Intorno al 2002, la signora Duan si è messa in affari con diversi parenti di Wen Jiabao, trasformando la sua società immobiliare in un veicolo di investimento con lo stesso nome. La società ha contribuito a far diventare Duan molto ricca. Non è noto se la signora Duan, che adesso ha 43 anni, sia legata al primo ministro. In una serie di interviste, prima ha detto che non conosceva alcun membro della famiglia Wen, ma in seguito si è descritta come un’amica di famiglia, particolarmente vicina a Zhang Beili, la moglie del primo ministro.
Com’è successo a un altro gruppo di imprenditori cinesi, il patrimonio di Duan è aumentato da quando ha collaborato con i parenti e la loro rete di amici e colleghi, anche se lei ha descritto il suo rapporto, che ha come oggetto le azioni di Ping An, esistente solo sulla carta e non per la parte finanziaria.
Secondo le banche d’investimento che hanno lavorato con entrambe le parti, per Duan e altri ricchi uomini d’affari – tra i quali, sei miliardari provenienti da tutta la Cina – è stato fondamentale, per ottenere milioni di dollari da imprese e, nei momenti cruciali, aiutare i membri della famiglia Wen nell’istituire veicoli di investimento per trarne vantaggio.
Fondata nel Tianjin, Taihong ha avuto ritorni spettacolari. Nel 2002, secondo i documenti aziendali e la tesi della scuola di specializzazione di Duan, la società ha pagato circa 65 milioni di dollari per acquisire una quota del 3% di Ping An prima della sua offerta pubblica. Cinque anni più tardi, le azioni varranno 3,7 miliardi di dollari.
La società affiliata di Hong Kong, Great Ocean, gestita anche da Duan, ha costituito successivamente una joint venture con il governo di Pechino e ha acquisito un grande tratto di terra adiacente al Capital International Airport. Oggi, il sito ospita un centro logistico. L’anno scorso, Great Ocean ha venduto la sua partecipazione del 53% del progetto a una società di Singapore per circa 400 milioni di dollari.
Tale accordo e molti altri investimenti, in alberghi di lusso, costruzioni di ville a Pechino e la quotata a Hong Kong BBMG, una delle società più grandi della Cina di materiali da costruzione, sono stati fondamentali per l’accumulo di ricchezze della signora Duan, secondo il controllodi documenti aziendali fatto dal Times. Dalla verifica è inoltre emerso che negli ultimi dieci anni ci sono stati circa tre dozzine di singoli azionisti di Taihong, molti dei quali erano parenti di Wen Jiabao o ex colleghi di sua moglie.
Gli altri imprenditori facoltosi che hanno lavorato con i parenti del primo ministro si sono rifiutati di commentare quest’articolo. La signora Duan ha fortemente negato di avere legami finanziari con il Presidente del Consiglio o con i suoi parenti e ha detto che stava solo cercando di evitare la pubblicità di possedere le azioni Ping An. «I soldi che ho investito in Ping An erano completamente miei», ha detto la signora Duan, che è stata membro del consiglio di vigilanza di Ping An. «Tutto quello che ho fatto è stato legale».
Un altro ricco partner dei parenti di Wen è Cheng Yu-tung, che controlla il conglomerato di di Hong Kong del New World Development ed è, secondo Forbes, uno degli uomini più ricchi in Asia, per un valore di circa 15 miliardi di dollari. Nel 1990, New World era alla ricerca di un punto d’appoggio in Cina per una società sorella specializzata in vendita di gioielli di alta gamma al dettaglio. Nel 1998, la catena di vendita al dettaglio, Chow Tai Fook, ha aperto il suo primo negozio in Cina.
Cheng e i suoi soci hanno investito in un’impresa di diamanti sostenuta dai parenti di Wen e co-investito con loro in una serie di società, tra cui Sino-Life, National Trust e Ping An, in base a documenti e interviste con alcune delle persone coinvolte. Tali investimenti di Cheng adesso valgono almeno 5 miliardi di dollari, secondo gli archivi aziendali.Chow Tai Fook, la catena di gioielli, è fiorita. Oggi la Cina rappresenta il 60% della catena con un fatturato annuo di 4,2 miliardi. Non è stato possibile raggiungere per un commento l’ottantasettenne Cheng. Le chiamate verso New World Development non hanno avuto riposta.
RIPERCUSSIONI PER IL PREMIER
Nell’inverno del 2007, poco prima di iniziare il secondo mandato come primo ministro, Wen Jiabao, ha chiesto nuove misure per combattere la corruzione, in particolare quella tra gli alti funzionari. «I leader a tutti i livelli di governo dovrebbero assumere un ruolo guida nella lotta agli illeciti», ha detto in una riunione dei membri di alto livello del partito a Pechino. «Si deve assolutamente garantire che i loro familiari, amici stretti e subordinati non abusino della loro influenza dal governo».
Il discorso era coerente con le più vecchie iniziative del primo ministro di inasprire le regole di pubblicità per i dipendenti pubblici, e di richiedere agli alti funzionari di rivelare i loro patrimoni familiari. Non si sa se Wen ha fatto tali richieste per la sua famiglia, poiché il partito comunista non rilascia informazioni. Anche così, molte delle aziende scoperte dal Times non avrebbero l’obbligo di comunicare ai sensi delle norme, in quanto non risultano essere tenute a nome della famiglia immediata del primo ministro: la moglie, il figlio e la figlia.
L’80% delle attività da 2,7 miliardi di dollari individuate dall’indagine del Times e verificate dai revisori esterni sono detenute, tra gli altri, dalla madre del primo ministro, da suo fratello minore, da due fratelli acquisiti, da una sorella acquisita, da una figlia acquisita e dai genitori della moglie di suo figlio, nessuno dei quali è soggetto alle regole di trasparenza del partito.
Il valore totale della partecipazione dei parenti in Ping An è basato su calcoli del Times che sono stati confermati dai revisori dei conti. Il totale comprende le azioni detenute dai parenti che sono state vendute tra il 2004 e il 2006, e il valore delle azioni rimanenti alla fine del 2007, l’ultima volta che le partecipazioni sono state divulgate pubblicamente. Gli esperti legali hanno detto che determinare il valore preciso delle partecipazioni in Cina potrebbe essere difficile, perché ci potrebbero essere accordi riservati che non mostrano i veri beneficiari.
«Complesse strutture societarie non sono necessariamente insidiose», ha detto Curtis J. Milhaupt, professore della Columbia University Law School che ha studiato le strutture dei gruppi aziendali in Cina. «Ma in un sistema come quello della Cina, dove la proprietà aziendale e il potere politico sono strettamente intrecciati, le società di comodo rendono più grandi le domande su chi possiede cosa e da dove proviene il denaro».
Tra gli investitori nelle società della famiglia Wen ci sono soci in affari di lunga data, ex colleghi e compagni di classe del college, tra cui Yu Jianming, che ha frequentato la Northwestern con Winston Wen, e Zhang Yuhong, un collega di lunga data di Wen Jiahong, fratello minore del primo ministro. I soci non hanno risposto alle nostre telefonate che chiedevano un commento. Le rivelazioni sulla ricchezza della famiglia Wen li avrebbe potuto indebolire politicamente.
Il mese prossimo, al 18 ° Congresso del partito a Pechino, il partito comunista dovrebbe annunciare una nuova generazione di leader. Ma il processo di selezione è già stato segnato da uno dei peggiori scandali politici degli ultimi decenni, la caduta di Bo Xilai, il capo del partito di Chongqing, che era in lizza per una posizione di vertice.
A Pechino, Wen Jiabao dovrebbe dimettersi dalla carica di primo ministro, perché ha raggiunto l’età pensionabile. Gli analisti politici dicono che anche dopo aver lasciato l’ufficio potrebbe continuare a essere una forte forza politica dietro le quinte. Ma secondo gli analisti, i documenti che dimostrano che i suoi parenti hanno accumulato una fortuna durante il suo mandato potrebbero sminuire la sua posizione.
«Questo influenzerà qualsiasi potere residuo che Wen possiede», ha detto Minxin Pei, esperto di leadership cinese e professore di governo al Claremont McKenna College in California. I sostenitori del primo ministro dicono che lui non ha personalmente beneficiato dei rapporti d’affari della sua famiglia allargata, e può anche non essere a conoscenza della loro entità.
Nel marzo scorso, il primo ministro ha fatto capire che era almeno a conoscenza delle voci insistenti sui suoi parenti. Nel corso di una conferenza stampa televisiva nazionale a Pechino, ha insistito che non aveva mai perseguito un guadagno personale nei pubblici uffici.«Ho il coraggio di affrontare in faccia le persone e la storia», ha detto in un passaggio emozionante. «Ci sono persone che apprezzano quello che ho fatto, ma ci sono anche persone che mi criticano. In definitiva, la storia avrà l’ultima parola».
Articolo originariamente pubblicato sul New York Times del 25 ottobre.
(traduzione a cura di Stefania Saltalamacchia)