Mi consentoLinkiesta al fianco della Juventus e degli Agnelli: basta infamità

Linkiesta al fianco della Juventus e degli Agnelli: basta infamità

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. E saremmo ipocriti noi de Linkiesta se di fronte a un attacco tanto vile, quanto disonesto, ce ne stessimo con le mani in mano. È in momenti come questo che ci guardiamo negli occhi e ci chiediamo: ma allora che lo abbiamo fatto a fare questo giornale? Perché ci siamo sbattuti tanto per creare un modello virtuoso, la public company, dove i soci fanno i soci, e i giornalisti i giornalisti? Un pezzetto di America dei sogni qui nella nostra piccola Italia e poi? Stiamo zitti di fronte all’ingiustizia? E no. 

E allora abbiamo deciso che sì, vogliamo osare, non vogliamo starcene nascosti. Vogliamo gridare la nostra rabbia, il nostro sdegno in difesa della martoriata famiglia Agnelli e della sua adorabile creatura: Juventus football club, anno di fondazione 1897.

Perché il troppo è troppo. E non è accettabile in una democrazia compiuta che dopo un secolo di specchiata sportività ci sia ancora qualche… qualche… non ci viene la parola, ecco, screanzato, che solleva dubbi sulla rettitudine sportiva di una società illuminata. È ora di dire basta! E noi de Linkiesta lo facciamo forte e chiaro.

Ha fatto bene il presidente della Federcalcio Abete a ricordare che in fondo è solo un gioco. Suvvia. Ora stiamo a menare il torrone perché un guardalinee ha compiuto un errore umano e ha tolto un gol regolare al Catania, vedendo un fuorigioco che – agli occhi dei terreni, si badi bene – non c’era. Inaccettabile la canea sollevata, quelle insinuazioni di bassa lega, quella telecamera che sfacciatamente riprendeva l’uomo nel gabbiotto di Antonio Conte intento a telefonare a chissà chi, sicuramente stava litigando con la moglie, subito dopo il gol del Catania.

E no. Adesso basta. Bene hanno fatto gli Agnelli ad offendersi e a chiudersi in silenzio stampa. Questo clima di intimidazione deve finire. Linkiesta è al loro fianco, degli Agnelli, della Juventus e degli arbit…, ops, scusate, dei giocatori tutti. Noi restiamo in trincea affinché l’Italia non ceda. 

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