Ma questo Tabacci “candidato a tutto” piace a Pisapia?

Ma questo Tabacci “candidato a tutto” piace a Pisapia?

Di Giuseppe Cruciani – Bruno Tabacci? A 66 anni, una vita in politica (è entrato come consigliere regionale in Lombardia nel lontano 1985 per la Dc e alla Camera vent’anni fa), bisognerebbe decidersi una volta per tutte. L’uomo gode di buona stampa, ha gli amici giusti e rapporti solidi con quelli che contano nella finanza e nelle imprese. Sarà per questo che nessuno gli ha mai contestato, neppure Giuliano Pisapia, il doppio incarico: assessore al bilancio al Comune di Milano (e dico al bilancio, non una funzione qualunque) e parlamentare, eletto con l’Udc e poi passato all’Api di Rutelli. 

Quando il sottoscritto, in una trasmissione alla radio, gli fece notare questa anomalia, il Tabacci se la prese assai, rispose in maniera evasiva e da quel momento respinse altri inviti. Sul punto è molto suscettibile. Ma, ovviamente, chissenefrega della radio. Il problema è che il politico mantovano non si è fermato, ma esonda, straripa e ci fosse un posto da amministratore di condominio vacante probabilmente si candiderebbe pure a quello.

Nell’ordine: ha annunciato che correrà per le primarie del centrosinistra, e forse lo farà per davvero; quindi s’è detto disponibile pure per quelle della Lombardia prossime venture, lui che ha fatto il presidente scudocrociato della Regione dall’87 all’89, quando ancora era in piedi il Muro di Berlino e nel Belpaese imperava il pentapartito. Ora, i suoi legami con Pisapia sono noti perché il sindaco lo difese durante gli anni di Tangentopoli. Però, visto che Milano non è proprio un paesello di provincia, dovrebbe essere proprio il suo attuale datore di lavoro a intervenire con decisione. Gestire i soldi di Milano non è uno scherzo. O Tabacci s’è scocciato, e lo dica, oppure la smetta di giocare all’assessore-candidato.

P.S. Nel 2011 viene pure nominato presidente del comitato promotore della BCC Credito Agricolo Mantova Oltrepò. Incarico gratuito e onorifico, immagino. E però… 

L’Opinione di Giuseppe Cruciani

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