François Hollande letteralmente «sopraffatto dalla sinistra». É questo il giudizio di numerosi editorialisti, all’indomani della manifestazione contro il fiscal compact e le politiche di austerità che ha riunito decine di migliaia di persone, e che suona come «un primo avvertimento» per il Capo di Stato francese.
Nel corso della mobilitazione, i manifestanti hanno chiaramente espresso il loro «no alla linea politica promossa da François Hollande dopo la sua elezione», scrive Nicolas Demorand su Libération. Demorand sottolinea che questa mobilitazione «avrà sicuramente un’eco ben oltre le schiere del Fronte de gauche» in quanto «il sentimento di frustrazione politica si sta allargando ampiamente al di là di questa cerchia, dopo il ritorno alle attività lavorative». Questa protesta rappresenta «una prima (significativa) pietra posata per fare barriera contro le misure di austerità», avverte Patrick Appel-Muller su L’Humanité.
Cartellino rosso
É un «cartellino rosso estratto contro il governo» assicura Jacques Camus ne La République du Centre e questa «manifestazione popolare… in cui si sono dati il cambio i partiti della sinistra, i sindacati e le associazioni è un vero sassolino nella scarpa per l’esecutivo». Per Dominique Garraud, di La Charente libre, «la mobilitazione che c’è stata per questa prima manifestazione della sinistra, dopo l’elezione di François Hollande, è lungi dall’essere solo un episodio» e il leader del Fronte de gauche, Jean-Luc Mélenchon «si prepara per i giorni della disillusione».
Profumo di disincanto
«Che la prima grande manifestazione di opposizione alla politica del governo Ayrault sia organizzata da dei partiti di sinistra è tutt’altro che insignificante. François Hollande avrebbe assolutamente torto a vederci soltanto l’espressione di una collera passeggera – avverte Pierre Fréhel su Le Républicain lorrain . Lui che si era impegnato a “risvegliare il sogno francese” paga oggi le conseguenze di una promessa ambigua. La sinistra radicale, guidata da un Mélenchon assestato di rivincita, non mancherà di approfittarne per una resa dei conti – prosegue l’editorialista – le misure di austerità e il valzer dei piani sociali gli forniscono, quattro mesi dopo la ‘sua’ vittoria, l’occasione di gridare al tradimento».
«François Hollande si trova a essere sopraffatto dalla sinistra, c’era da aspettarselo», commenta Pascal Coquis su le Dernières Nouvelles d’Alsace. «Per il Capo di Stato, è evidentemente quello il peggiore degli scenari. Lui che voleva essere il simbolo del cambiamento incarna ormai, per una parte del suo elettorato e della sua stessa base, un elemento di continuità con il governo precedente» aggiunge Coquis, parlando di un «profumo di disincanto». «Questa manifestazione – ritiene il giornalista – risuona come un primo avvertimento».
La maggioranza dei Francesi in favore del fiscal compact
Il 64% dei Francesi voterebbe «sì» al fiscal compact se fosse sottoposto a referendum, contro un 36% che voterebbe «no», secondo un sondaggio pubblicato lunedì da Le Parisien/Aujourd’hui en France.
Tra gli elettori di François Hollande alle ultime presidenziali, il 54% voterebbe in favore del trattato che limita il deficit pubblico, mentre la percentuale sale al 75% tra gli elettori di Nicolas Sarkozy. La golden rule, uno dei punti centrali del trattato, è approvata dal 72% delle persone interrogate, mentre il 25% si dichiara contro e il 3% non ha un parere definito.