Avete mai sentito parlare dell’impact factor di un paper? Se sì, probabilmente siete dei ricercatori o dei dottorandi (e si tratta del vostro incubo ricorrente). Nel mondo della ricerca, se non pubblichi con costanza sei praticamente morto. La qualità di un articolo scientifico viene infatti misurata a partire da quella della rivista in cui è pubblicato, a sua volta dipendente dal numero di citazioni che riceve in altri lavori.
Un team di ricerca, guidato da Vincent Calcagno del French Institute for Agricultural Reseach e composto da membri provenienti da Francia, Canada e Stati Uniti, ha studiato i processi di rigetto dei paper. Come spiegato in dettaglio su Science, gli studiosi hanno scoperto che i lavori accettati da una rivista dopo essere stati rifiutati da un’altra ricevono più citazioni rispetto a quelli pubblicati al primo tentativo.
Il team ha esaminato le pubblicazioni di 923 riviste nel periodo 2006-2008. I dati sono stati ottenuti contattando via e-mail i 215mila autori dei paper. A ciascuno è stato chiesto se il proprio scritto era stato inviato solo una volta. In caso contrario, quale editore l’aveva rifiutato in precedenza. Hanno risposto in 80mila.
Il team ha scoperto che circa il 75% dei lavori era stato valutato adeguato al primo tentativo. Il 25% dei documenti erano invece stati ripresentati dopo un primo rifiuto. Nella maggior parte dei casi, gli autori hanno dapprima inviato il loro paper a riviste con un impact factor elevato. Poi, in caso di rifiuto, a quelle di rating più basso. L’aspetto sorprendente è che una volta pubblicati altrove, questi lavori hanno ricevuto molte più citazioni rispetto a quelli della stessa rivista accettati al primo tentativo.
Questo fatto indica che la qualità dei lavori pubblicati sulle riviste scientifiche potrebbe migliorare se i parametri di pubblicazione diventassero più stringenti e il numero di articoli respinti aumentasse. Un’altra possibilità è che solo i documenti che vanno contro il pensiero dominante tendono a essere rifiutati più facilmente. Tuttavia, una volta pubblicati, essi desterebbero così grande scalpore e curiosità da ricevere numerose citazioni.
Ricercatori e dottorandi non devono dunque preoccuparsi se un loro paper riceverà inizialmente un rifiuto. Potrebbe trattarsi di una buona opportunità per fare ancora meglio e avere maggiori possibilità di incrementare il proprio impact factor, il cui valore è spesso determinante per i concorsi e per continuare con successo la propria carriera accademica.