Una storia che nasce nel cielo, o che almeno ci vola dentro. L’agenzia di informazione Thomson Reuters, leader mondiale per accuratezza e autorevolezza nel campo dell’informazione economica, nasce da lì, dalle vie dell’aria solcate da piccioni viaggiatori. E dall’inventiva, visionaria e appassionata, del suo fondatore, Paul Julius, barone di Reuter. Dal cielo agli abissi, però: perché le vie dell’informazione, dai piccioni al telegrafo, passano anche per i fondali marini, prima di diventare notizie e articoli di giornali.
Anche la vita di Reuter è così: duplice, divisa. È tedesco, ma fa fortuna in Gran Bretagna. Nasce da famiglia ebraica, ma si converte al cristianesimo. Prima si chiama Israel Beer Josaphat; dopo sceglierà il nome di Paul Julius. Il padre era un rabbino di Kassel, cittadina nel pieno centro dell’attuale Germania, dove Reuter nasce il 21 luglio 1821. Nella prima parte della sua esistenza non conosce grandi difficoltà, ma grandi incontri. Il lavoro di impiegato nella banca dello zio gli permette la conoscenza del matematico e fisico Carl Friederich Gauss, che proprio in quel periodo stava conducendo studi sulla connessione elettromagnetica, via cavo. Era per il telegrafo, quello che sarebbe stato strumento essenziale per la vita di Reuter.
Ma la sua vita sarebbe cambiata: nel 1945 parte per Londra, cambia nome e si converte al cristianesimo, una settimana prima del suo matrimonio con Ida Magnus, a Berlino. Diventa Paul Julius Reuter, una cesura con la vita passata. Finita l’esperienza anche con la banca dello zio, tenta di inserirsi nel mondo dell’editoria, e diventa socio di una casa editrice. Pubblica libelli polemici e radicali, proprio nel periodo, infuocato, dell’Europa del 1848. Soggetto pericoloso, viene messo sotto osservazione. Ma il suo ingresso nel mondo editoriale era deciso: lascia Londra e va a Parigi, proprio nel 1848, per lavorare alla agenzia di stampa di Charles Louis Havas, che sarebbe diventata la France Press. Qui segue l’opera del fondatore, e traduce estratti e articoli per i giornali tedeschi.
Ma è un periodo breve: nel 1850 decide di mettersi in proprio e fonda la sua agenzia di stampa: la Reuters News Agency, con sede a Aachen, in Germania. Un’idea che andava a coprire un vuoto nelle comunicazioni: il telegrafo non univa ancora Berlino e Parigi, e il passaggio da Bruxelles ad Aachen era sguarnito. O meglio, c’erano dei treni postali, ma lenti e poco frequenti: l’idea di Reuter fu, a suo modo, geniale: si basava sui piccioni viaggiatori. Nell’aria, lasciava volare le notizie di economia e finanza della borsa di Parigi, e riusciva a farlo molto più in fretta degli altri.
Un’avventura raccontata anche da un film della Warner Bros. È piuttosto datato (è del 1940), e illustra tutte le difficoltà che Reuter ha incontrato per mettere in piedi la sua linea di comunicazione con i piccioni viaggiatori. Imprenditori disinteressati o scettici, pochi soldi e banche sospettose. Alla fine la spunta. Nel film si mostra come Reuter chieda alla moglie Ida di sposarlo con un messaggio mandato via piccione viaggiatore, una fantasia cinematografica che rende però l’idea della fase di successo di Reuter.
L’avventura dura solo un anno: nel 1851 i lavori alla linea telegrafica sono completati, Berlino e Parigi comunicano senza problemi e senza bisogno di piccioni. Per Reuter l’agenzia deve cambiare assetto. Deve sposare la nuova tecnologia: il telegrafo. L’Europa conosceva la sua prima seria rete di comunicazione: la linea tra Parigi e Berlino era pronta, ma anche quella che, attraversando la Manica, collegava il continente con Londra. Mancava solo un tratto: quello che univa la capitale della Gran Bretagna con la costa sud-ovest dell’Irlanda, a Cork. Qui, le navi in arrivo dagli Stati Uniti, lasciando le loro merci, consegnavano anche i dispacci, che via telegrafo erano a Londra in pochi minuti.
Ed è qui che Reuter trasferisce la sua agenzia. Con i collaboratori da tutta Europa che aveva già a disposizione, si stabilisce nei pressi della borsa, e comincia a telegrafare dispacci brevi, ma anche articoli e notizie. In poco tempo, la sua rete capillare e la puntualità nell’informazione gli guadagnano la stima delle testate di tutta Europa, e la Reuters diventa autorità nell’informazione economica. Ma sono due i colpi che assesta che lo rendono celebre.
Il primo, è tutto europeo. Nel 1859 suscitò grande ammirazione la velocità con cui trasmise, in tutta la sua completezza, il discorso di Napoleone III, dove considerava in modo serio l’ipotesi di una guerra con l’Austria. Tutto merito di una seria opera di convincimento, che gli permise di ottenere il permesso di Napoleone III di diffondere in tempo reale il discorso. Ma fu il secondo a renderlo glorioso. Tanto grande da essersi ammantato di leggende e fantasie: la notizia dell’assassinio del presidente americano Abraham Lincoln.
Reuters, approfittando dell’espansione del telegrafo, aveva a sue spese allungato la linea di comunicazione di 60 miglia, fino a Crookhaven. Da lì, una nave, la Marsigliese, faceva avanti e indietro fino al punto di incontro con le imbarcazioni provenienti dagli Usa. Così, racconta la legenda, avvenne anche quella notte: James McLean, uomo di Reuter a New York, non appena ha la notizia, si precipita al porto. Ma la nave era già partita: sale su un battello e lo insegue: la notizia è troppo importante per aspettare il vapore successivo. Raggiunta la nave, lancia il dispaccio, che viene afferrato al volo.
Passa poco tempo, e il vapore è in vista dall’Irlanda: il dispaccio è lasciato cadere in acqua, in bocce galleggianti con una bandiera e un faretto, per essere visibili anche di notte. La Marsigliese esce dal porto e li raccoglie, per poi, al ritorno, ritelegrafarli all’istante. Un immenso successo. Ma questa storia non è vera.
Secondo alcuni studi storici, il battello per l’Europa era salpato troppo in anticipo da New York, e non era possibile raggiungerlo in nessun modo. Non ci fu nessun inseguimento, ma solo un cambio di partenze: Reuter aveva siglato un accordo con la Associated Press, che aveva una sua linea telegrafica lungo la East Coast. Il messaggio dell’attentato a Lincoln venne trasmesso a Portland, nel Maine, dove sarebbe partita, il mezzogiorno seguente, un altro battello per l’Inghilterra. Non fu nemmeno necessario: Lincoln morì il mattino, la notizia dell’attentato era presente già nei giornali americani, e quella della morte venne telegrafata con ampio anticipo. La nave partì, e solo grazie all’accordo con la AP Reuter poté essere il primo, in Europa, a raccontare l’evento.