Quelle che seguono sono alcune considerazioni, nate da uno scambio di email tra amici, che vogliamo condividere con un pubblico più allargato, anche al di fuori dal perimetro classico degli elettori del centro sinistra come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi. Crediamo che le primarie di domenica prossima costituiscano un’occasione molto importante per il cambiamento della politica e rappresentino una grande opportunità per aiutare a costruire (per la prima volta in Italia) una sinistra moderna ed europea, in grado di vincere e di governare il paese in questo difficile momento di crisi. Dodici mesi fa eravamo a un passo dal baratro, e l’emergenza economica, politica e morale è stata colmata per adesso (pur con i suoi molti limiti e con la sua “strana maggioranza”) dal governo Monti. Ora serve uno scatto, la politica deve trovare le energie per riformarsi e come cittadini abbiamo l’opportunità di contribuire a questo cambiamento.
Riteniamo che perché questo accada sia importante andare a votare alle primarie domenica e votare per Matteo Renzi. Sappiamo che su Renzi ci sono dubbi e incertezze e anche noi non abbiamo capito bene né come vorrebbe governare, né con quale squadra intenderebbe farlo. In fondo, però, il cambiamento – da che mondo è mondo – si presenta sempre come un’incognita. Se si gratta sotto la superficie, si capisce però che i contorni del cambiamento possibile, di quello che abbiamo a portata di mano domenica prossima, non sono poi così sfumati; al di là dei dettagli e di qualche ingenuità, la strada che Renzi indica è quella giusta.
I programmi elettorali, si sa, lasciano il tempo che trovano, ma non c’è bisogno di leggere tomi programmatici per capire la prospettiva che Renzi offre al paese e la differenza con le altre opzioni in campo (sia fra i competitor del centro sinistra, sia nel disastrato campo del centro destra). Le sue proposte, dichiarazioni e gesti parlano chiaro. Parlano di una sinistra liberale e riformista, che vuole usare il mercato e le sue istituzioni per redistribuire le opportunità, piuttosto che imbrigliarlo per difendere lo status quo dei garantiti. Di una sinistra liberale e riformista che nel nostro paese non è mai stata maggioritaria e di cui oggi abbiamo anche più bisogno perché non c’è un centro destra in grado di fare da contraltare.
È questa prospettiva che forse più spaventa i conservatori di ogni latitudine politica. Molti di quelli che si oppongono a Renzi, infatti, più che di un salto nel buio hanno paura di mettersi in discussione e di misurarsi con la necessità del cambiamento, con la quale tutti i paesi europei più dinamici hanno fatto i conti ormai da anni. Paura di rompere il tabù di una concertazione che garantisce un potere di veto a organizzazioni sociali (padronali e sindacali) sempre meno rappresentative. Paura di abbracciare le idee “rivoluzionarie” di Pietro Ichino e modernizzare finalmente il nostro diritto del lavoro. Paura di mettersi alle spalle il dogma della superiorità morale dei progressisti e di misurarsi invece con la soluzione dei problemi. Paura di introdurre dosi massicce di valutazione, selezione e meritocrazia nella nostra pubblica amministrazione, nella scuola e nell’università. Paura di una politica che fa un passo indietro, favorendo lo sviluppo con meno regole e meno tasse, piuttosto che con politiche industriali gestite dai soliti noti a uso dei soliti ignoti.
Insomma Renzi ha certo tante incognite, ma il messaggio che lancia è che del cambiamento non bisogna avere paura (anche perché cambiare si deve e non abbiamo altra scelta). Votarlo domenica è un passo avanti fondamentale perché l’Italia torni ad essere un paese che investe, con coraggio, sul futuro.
*avvocato, uno degli ottanta soci de Linkiesta
Appello sottoscritto anche da
Giacomo Augugliaro
Paolo Basilico
Michele Battaglia
Roberto Bonsignore
Andrea Casalini
Francesco Clementi
Daniele Comboni
Vincenzo de Stefani
Maurizio Falzea
Pier Benedetto Francese
Francesco Giavazzi
Carlo Gorio
Giovanni Gorio
Marta Gorio
Anna Gorio
Roberta Guaineri
Federico Lalatta
Marco Leonardi
Mario Lodigiani
Giovanni Lombardi
Massimo Menozzi
Salvatore Messina
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Giuliano Necchi
Gianfranco Negri Clementi
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Francesco Perilli
Stefano Kenji Polenghi
Pier Francesco Rimbotti
Sebastiano Rizzo
Riccardo Rosati
Giuseppe Scassellati-Sforzolini
Alfredo Scotti
Claudia Scotti
Davide Serra
Paolo Sersale
Matteo Tartufoli
Andrea Tavecchio
Lorenza Torrani
Geppi e Gabriella Torrani
Guido Roberto Vitale