«Pensate a un pettine elettromagnetico in grado di pettinare i neuroni come fossero capelli. La Stimolazione Transcraniale Magnetica (Tms) è un qualcosa di simile, in grado di influenzare la conduzione degli impulsi nervosi delle cellule cerebrali. Forzandoli in una nuova direzione e creando una nuova “pettinatura-neurale”, che dopo un po’, se non viene mantenuta, torna alla normalità». I nostri neuroni sono abituati a “essere pettinati” in un certo modo e a mandare determinati impulsi. La Tms modifica questi impulsi o ne crea di nuovi, tanto che oggi viene usata anche a scopo terapeutico per curare depressione, emicrania, ictus e morbo di Parkinson.
Ma permette anche di vedere il mondo con gli occhi di uno psicopatico. Come è successo a Kevin Dutton, ricercatore di psicologia presso l’Università di Cambridge, e autore di numerosi saggi sulla psicopatia, (nonché di un test per valutarne la soglia), che ha provato di persona la Tms e, seppur per un breve periodo, si è calato nei panni di una persona tendente a commettere atti un po’ fuori dalla norma.
Che la società tenda a comportarsi sempre di più in maniera anomala, tendente verso la pazzia animata da impulsi o emozioni, è un dato di fatto, come spiega lo stesso Kevin Dutton su The Chronicle. Oggi assistiamo a episodi che dieci, venti anni fa non avremmo mai visto. In Giappone un ragazzo di 17 anni ha venduto un rene per comprare un iPad, mentre in Cina una bimba di 2 anni è stata dimenticata in mezzo al mercato e investita per due volte, mentre i passanti tranquillamente le passano di fianco senza accorgersi, mentre andavano a lavoro.
Una ricerca condotta su 14.000 volontari, presso l’Università del Michigan ha mostrato che gli studenti universitari hanno sempre meno empatia nei confronti del prossimo e tendono a essere sempre più egoisti. «I ragazzi del college oggi hanno circa il 40 per cento in meno di empatia rispetto ai loro coetanei di 20 o 30 anni fa» spiega la dottoressa Sara Konrath che ha condotto la ricerca. È il millennio della criminalità aziendale, delle truffe di investimento, dei conflitti d’interesse. E la colpa, secondo l’opinione dell’ex professore della Business School di Nottingham, Clive R. Boddy, è degli psicopatici, puri e semplici, alla base di tutti i problemi.
Ma cosa succede dentro il cervello di una persona definita psicopatica? Il nostro cervello funziona inviando segnali elettrici, una sorta di comando che determinano i movimenti dei muscoli come delle nostre azioni. Modificando l’ambiente elettrico del cervello vengono alterati anche questi comandi e di conseguenza il comportamento. La Tms non è altro che un potente elettromagnete, posto sul cuoio capelluto, che genera impulsi di campo magnetico costanti a frequenze specifiche, e una bobina di plastica chiusa che convoglia tali impulsi magnetici verso la superficie del cranio, stimolando la corteccia sottostante.
Una delle cose che si sa sugli psicopatici è che gli “interruttori” che attivano determinati segnali non sono collegati alla stesso modo della maggior parte delle persone, e una zona particolarmente colpita è l’amigdala. La torre di controllo del cervello per quanto riguarda le emozioni, responsabile di quello che proviamo. Ebbene, negli psicopatici, una sezione di quest’area, quella che corrisponde alla paura, è priva di segnale. Con la Tms facendo passare una corrente elettromagnetica in zone mirate della corteccia, siamo in grado di accendere l’interruttore, e modulare i segnali, aumentandoli o riducendoli. E abbassare quelli che provengono dall’amigdala, porta una persona normale, sulla buona strada per diventare uno psicopatico.
Ma il confine con la pazzia non sempre è un male. Inserite nel giusto contesto alcune caratteristiche possono tornare utili. Infatti, questo tipo di persone in momenti di crisi riescono a mantenere la calma e rispondere nel modo migliore all’esigenza che la situazione impone. Mantendo sempre il giusto distacco. Come un neurochirurgo (con un punteggio molto elevato nel test per la psicopatia) che racconta, «la sensazione che provo prima di entrare in sala operatoria mi affila la mente piuttosto che offuscarmi i sensi». Così come i soldati. Tra cui Andy McNab amico di Kevin Dutton e ottimo alter ego per poter effettuare il test con la Tms.
Durante la prima fase del test, vengono raccolti i valori basali dell’attività cardiaca e cerebrale dei due amici, e il livello di stress in base all’attività elettrodermica della pelle, di fronte a immagini calme e pacifiche e altre più cruente. Mentre scorrono scene rilassanti con musica idilliaca, i livelli fisiologici di entrambi sono nella norma. Ma non appena Nick Cooper, uno dei massimi esponenti mondiali di Tms che ha gestito il test, li avvisa che di lì a poco sarebbero apparse delle immagini violente e impressionanti, le loro pulsazioni aumentano, come per prepararsi a una sfida. Ma è solo quando le immagini cambiano ancora e compaiono scene di smembramenti, mutilazioni, torture ed esecuzioni accompagnate da sirene e musica assordante, che succede qualcosa di interessante.
Mentre i valori fisiologici di Kevin Dutton schizzano alle stelle, infatti, quelli di Andy, il soldato, sono tutti e tre al di sotto della norma. «È come se il suo cervello improvvisamente, in risposta alla sfida, abbia iniettando azoto liquido nelle vene», spiega Nick Cooper. In situazioni di pericolo o che richiedono un’estrema lucidità, Andy come molte altre persone, è in grado di governare completamente la situazione facendo quello che è meglio per se stesso, senza badare alle altre persone o ai giudizi etici.
La prova che la Tms sia in grado di modificare il comportamento di una persona, avviene nella seconda parte del test. Ripetuto come la prima, ma con la differenza che Kevin questa volta ha sul cranio un elettrostimolatore in grado di modificare i suoi impulsi nervosi. Dopo venti minuti dall’accensione della macchina inizia a manifestarsi l’effetto, simile a quando si è ubriachi: fiducia in se stessi, perdita delle inibizioni, disinteresse per gli altri. Con la sola differenza che i movimenti non sono rallentati, ma chiari e nitidi.
«Ecco come si sente uno psicopatico: niente sensi di colpa, rimorso, vergogna, pietà, paura, interesse per gli altri e quello che dicono o fanno. Tutti quei familiari, segnali d’allarme quotidiani, che normalmente si accendono nella nostra mente, sono spenti» racconta Kevin. E i risultati del test questa volta si invertono. E la freddezza di Kevin forse è anche maggiore di quella dell’amico.