Petraeus è il meno, dallo stupro al furto i reati dei militari Usa sono ben più gravi

Petraeus è il meno, dallo stupro al furto i reati dei militari Usa sono ben più gravi

WASHINGTON – Insieme a una costante dieta di libri sulla leadership e la gestione, l’elenco delle letture delle fascinose scuole militari che istruiscono ufficiali per diventare generali o ammiragli include un saggio, “La Sindrome di Betsabea: Il fallimento etico dei leader di successo”, che ricorda il fallimento morale del re Davide del vecchio testamento, che ordinò a un soldato una missione con morte certa – solo per avere la possibilità di prendere come moglie, Betsabea.

Il messaggio non-è-così-sottile: Stai attento là fuori, e comportati meglio. Nonostante gli avvertimenti, un preoccupante numero elevato di alti ufficiali sono stati indagati e anche licenziati per scarsa capacità di giudizio, illeciti e scorrettezze sessuali o violenze sessuali – solo nel corso dello scorso anno.

Il generale William Ward dell’esercito, noto come Kip, il primo ufficiale ad aprire il nuovo comando in Africa, è passato sotto un esame accurato per le accuse di uso improprio di decine di migliaia di dollari governativi per viaggi e alloggi. Il generale di brigata Jeffrey A. Sinclair, un ex vice comandante dell’82esima Airbone Division in Afghanistan, sta affrontando l’equivalente militare di un gran giurì per decidere se deve affrontare un processo per adulterio, una cattiva condotta sessuale e una forzata sodomia, derivante da rapporti con cinque donne.

James H. Johnson III, un ex comandante della 173a Airborne Brigade, è stato espulso dall’esercito, multato e ridotto in grado di vice colonnello da colonnello, dopo essere stato condannato per bigamia e frode derivante da una relazione impropria con una donna irachena e da rapporti d’affari con la sua famiglia.

L’Air Force sta lottando per riprendersi da uno scandalo nel suo centro di formazione di base nella Lackland Air Force Base, in Texas, dove sei istruttori di sesso maschile sono stati accusati di crimini che comprendono lo stupro e l’adulterio dopo che le reclute femminili hanno raccontato di molestie e violenze sessuali.

In Marina, Rear Adm Charles M. Gaouette è stato sollevato dal comando del gruppo d’attacco aereo Stennis – in modo insolito, mentre la task force era dispiegata in Medio Oriente. Gli ufficiali hanno dichiarato che la mossa è stata ordinata dopo un “giudizio di leadership inappropriata.” Non sono stati forniti altri dettagli.

Mentre non vi è alcuna prova che David H. Petraeus ha avuto una relazione extraconiugale mentre prestava servizio come uno dei generali più celebri della nazione, le sue dimissioni dellla scorsa settimana come direttore della Central Intelligence Agency – un lavoro che il presidente Obama aveva detto che poteva accettare solo dopo aver lasciato l’esercito – sono un lucido richiamo di un tipo di comportamento inadeguato che ha gettato un’ombra sui più alti gradi militari.

Tali preoccupazioni sono solo cresciute martedì, quando è stato rivelato che il generale John R. Allen, il comandante americano e della Nato in Afghanistan, è sotto inchiesta per quello che un funzionario della difesa ha definito come “comunicazione inappropriata” con Jill Kelley, la donna di Tampa, Florida, che è stata vista come una rivale per le attenzioni di Petraeus da Paula Broadwell, che ha avuto una relazione extraconiugale con Petraeus.

Gli episodi hanno generato la preoccupazione che qualcosa può essersi rotta, o almeno fratturata, intorno alla cultura della leadership militare. Alcuni si chiedono se gli alti ufficiali hanno dimenticato le lezioni di Betsabea: la corona di comando non deve essere indossata con arroganza, e mentre il rango ha i suoi privilegi, bisogna ricordarsi che l’infallibilità e i diritti non sono tra questi.

David S. Maxwell, un colonnello dell’esercito in pensione che adesso presta servizio come direttore associato per gli studi di sicurezza nella Walsh School of Foreign Service della Georgetown University, ha detto che i casi di leadership guasta o imperfetta “sono tragici e gravi”, ma che oggi ci sono molti più dubbi, su una scala relativa, rispetto al passato.

Maxwell ha osservato che Abraham Lincoln e Franklin D. Roosevelt, entrambi presidenti in tempo di guerra, hanno licenziato molti più generali rispetto ai presidenti George W. Bush o Obama. «Questi generali e ufficiali di bandiera sono esseri umani», ha detto. «Di fronte allo stress, e a un ambiente di combattimento molto complesso, le persone commettono errori. Questi incidenti non rappresentano la grande maggioranza dei nostri leader di alto livello».

Come i soldati, i comandanti di guerra sono separati dalla famiglia per lunghi periodi, e il peso della responsabilità – in un settore in cui il sistema metrico del fallimento è un sacco per cadaveri, non la linea di fondo – influisce molto. Eppure, con i piloti e il personale, i quartieri privati e i pasti caldi garantiti, lo stile di vita dei vertici dei comandanti sul campo di battaglia offre una significativa barriera dai rigidi orari della prima linea di combattimento subiti dalle truppe. Così le spiegazioni sono diverse per degli errori.

Paul V. Kane, un sergente di artiglieria dellla Marine Corps Reserve che è un veterano dell’Iraq e ex membro del programma di sicurezza internazionale dell’università di Harvard, ritiene che i militari non siano l’unica istituzione posta di fronte al problema. «Il paese sta soffrendo una crisi di leadership – nella politica, negli affari e nella chiesa, così come nel servizio militare», ha detto. «Abbiamo tanti leader, ma abbiamo un deficit nazionale nella vera leadership».

Ha riconosciuto che lo stress post 11 settembre sui militari, dal personale di leva ai comandanti, ha fratturato la vera anima delle persone in uniforme. «Quando si porta la gente fuori dalla vita familiare, più volte, nel corso di un decennio, si vanno a sfilacciare le loro relazioni di base con i coniugi, con i bambini, con il loro codice personale», ha detto Kane.

Altri esperti di sicurezza nazionale avvertono che un decennio di conflitti sulle spalle di forze volontarie ha separato quelli in uniforme – circa l’uno per cento della società – dal resto della cittadinanza. Così il “militare a parte” non è salutare per una nazione in quanto la forza di combattimento può cominciare a credere che opera con regole che sono diverse da quelle che segue il resto della società civile, e forse anche con un insieme separato di benefici.

«I nostri militari si pongono a un livello superiore dal resto della società americana», ha detto N. Kori Schake, professore associato a West Point, che ha ricoperto incarichi politici di alto livello presso i dipartimenti di Stato e della Difesa. «Questo è bello e nobile», ha aggiunto. «Ma è anche sconcertante. A volte i militari pensano di essere una guardia pretoriana al nostro baccanale nazionale. Questo in realtà è molto pericoloso perché si considerano diversi e migliori».

In casi estremi, dicono alcuni ufficiali militari e funzionari del Pentagono, il risultato di questo “militare a parte” è che i comandanti possono cominiciare a vedere il loro sacrificio come un guadagnare il diritto di infrangere le regole di condotta. Notano che se emergerà qualcosa di positivo da un’era di maggiore controllo dei comportamenti scorretti, sarà uno sforzo rinvigorente per portare il corpo degli ufficiali a spiegare il modo in cui sono condotte le truppe in combattimento, il modo in cui vengono spesi i fondi, il modo in cui i leader militari indossano la maschera del comando.

E avvertono che il problema può peggiorare prima di migliorare. Mentre la maggior parte delle irregolarità più rilevanti sono state contestate agli ufficiali delle forze di terra, la marina, che non è stata il fulcro delle guerre dell’ultimo decennio, sta mostrando lo strappo anche lei. Uno studio del Times sulla marina ha trovato più di 20 comandanti che quest’anno sono stati licenziati per comportamento inadeguato o per cattiva condotta.

«Il tempo della marina come tester di stress sta arrivando», ha detto Peter D. Feaver, professore di scienze politiche alla Duke University. «Il numero di navi è in calo. Il numero di viaggi aumenta. La dipendenza della marina al posto dell’esercito a sostegno della politica estera sarà maggiore nel prossimo decennio rispetto a quello precedente. Se la Marina sta scricchiolando con il passato decennio di tensione, che cosa succederà alla marina quando sarà nel sedile caldo?».

L’articolo è stato originariamente pubblicato sul New York Times del 12 novembre 2012.

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