Philip Roth non scrive più e il mondo resta come prima

Philip Roth non scrive più e il mondo resta come prima

Letteratura, addio. Le ultime parole (scritte) di Philip Roth saranno quelle di Nemesis, l’ultimo romanzo uscito nel 2010. Spezza la penna e posa la mano, e dice che, giunto a questo punto, può anche bastare. L’anticipazione, che ha fatto il giro del mondo, era stata rivelata in un’intervista al magazine francese Les Inrocks, poi ripresa e verificata dal sito Salon, che ha chiesto conferma al suo editore. E la conferma è arrivata subito: lo scrittore non scriverà più. Pazienza, poteva andare peggio. Poteva non smettere.

Philip Roth sta facendo la cosa giusta, per sé e per noi. Prima di tutto, ha anche la sua età. Giunto quasi a 80 anni, ha anche senso che si voglia riposare un poco. Poi, un cambio ogni tanto fa anche bene. La sua vita, come la descrive lui, è stata di disciplina ferrea: scrivere, leggere, scrivere, leggere. Per tutto il giorno: una monotonia unica che si può ritrovare solo nei suoi libri. La sua letteratura, infine, è stata una serie di libri tutti uguali in cui cambiava solo il nome (ma non sempre) del protagonista. Ambientazione? New York o New Jersey. Temi? Sé stesso. Declinato così: la mia origine ebraica; il mio corpo che cambia; il mio rapporto con il sesso. Con tutte le variazioni del caso, cioè due: a New York o nel New Jersey. Roth non ha mai vinto il Nobel. Strano.

Prima di smettere ha riletto i suoi autori preferiti: Hemingway, Dostojevsky, Conrad, Turgenev, e da ultimo il suo preferito, cioè Philip Roth. E se ne è compiaciuto. Giunto a quel punto, si è stiracchiato, ha appoggiato il suo ultimo capolavoro e ha guardato dalla finestra. Forse, per la prima volta, gli è venuta una curiosità bizzarra. Chissà com’è il mondo fuori da me. E si sarà fatto la prima passeggiata della sua vita. Si sarà divertito? Chissà. Se proprio interessa, glielo si può chiedere con una telefonata, o dal vivo in qualche bar (sempre che ne abbia già scoperta l’esistenza). Come si preferisce. Basta solo che non lo scriva.

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