“Se la legge sarà questa, allora era meglio il Porcellum”

“Se la legge sarà questa, allora era meglio il Porcellum”

«Con questa legge qui, è da ricovero chi pensa di ottenere il Monti-bis». Parole del segretario del Pd Pier Luigi Bersani, e dirette a Pierferdinando Casini, grande difensore del sistema proporzionale. Lo scontro, adesso, è sui numeri: la legge prevede che la coalizione vincente debba raggiungere il 42,5%. Per il Pd è troppo: meglio abbassarla al 40%, come propone il professor Roberto D’Alimonte. Ma il problema, come spiega il professore, è più sotto, cioè sulla soglia per il primo partito che supera il 10%. Per Bersani è necessaria se si vuole governabilità. Senza quella, nemmeno il Monti-bis è possibile. E Roberto D’Alimonte, ordinario di Sistema politico italiano alla Luiss di Roma, è d’accordo.

“Così non si va verso il Monti-bis”, ha detto Bersani. È d’accordo?
Sì, ma diciamo che il punto vero è un altro. La questione dominante è la governabilità. Messa così la legge, nemmeno Mario Monti potrebbe combinare nulla, con un parlamento così diviso e frammentato. Occorrono dei paletti, decisi per legge, per dare una direzione precisa. Puntare, come vuole Casini, a un nuovo incarico a Monti attraverso una ammucchiata figlia del proporzionale è un’ipotesi deleteria, irrealizzabile.

Nemmeno con nuove grandi coalizioni?
Con un proporzionale puro, sono da escludere. Pensiamo all’Europa: in Germania la Grosse Koalition è formata da due grandi partiti. In Italia una cosa del genere non è possibile. In Francia, che ha una realtà più simile a quella italiana, le regole assicurano la governabilità: il Ps ha vinto con il 29%, ma governa con una maggioranza del 52%. E funziona, altrimenti avrebbero anche più problemi di noi.

Chiaro. Adesso la proposta è di una soglia del 42,5%. per le coalizioni. È giudicata troppo alta, e lei propone di abbassarla al 40%. Non cambia molto.
No, non cambia moltissimo. Ma in realtà bisogna guardare a quello che succede sotto. Al momento, c’è il proporzionale puro. Ci vorrebbe un correttivo, più in basso. L’idea di un 10% per il partito garantisce almeno un perno di governo. Ripeto: un buon modello è la Francia, che ha una buona base di governabilità anche con una percentuale del 29%.

Il problema è che i partiti hanno paura di far vincere Beppe Grillo: come ha ammesso con candore proprio Schifani.
E infatti non è vero. Quello di Beppe Grillo è solo un alibi. Il centrodestra non ha paura di Grillo, ma del Pd: agita lo spauracchio del Movimento a Cinque Stelle perché vuole il proporzionale puro.

E perché?
Al momento, non avendo i numeri, teme che dalle urne possa emergere una forza politica avversaria. E allora con il proporzionale riuscirebbe a mantenere tutti a un livello paritario, senza perdere troppo terreno. E Grillo, in tutto questo, c’entra poco.

Lei però teme che anche le preferenze, previste nella nuova legge elettorale, verranno messe da parte.
È un timore. A me non piacciono le preferenze, ma sono senz’altro preferibili alle liste bloccate. Il problema è che chi deciderà sulla questione è un numero di parlamentari nominati, non votati, che si esprimerà, tra l’altro, a scrutinio segreto. Non hanno nessun motivo di togliere quel provvedimento grazie al quale sono arrivati in parlamento. Non crede?

Quindi lo scenario è un proporzionale puro con liste bloccate. A questo punto non era meglio tenersi il Porcellum?
Lo ha detto lei, questo. Di sicuro, dipende dalle alternative. Se l’alternativa è questa..

L’Unione Europea, poi non apprezza che si faccia una riforma elettorale a ridosso delle elezioni.
E mi trova del tutto d’accordo. È uno scandalo, ma a nessuna delle parti politiche questo sembra importare. Se dipendesse da me – ma non ne ho la possibilità – interverrei per impedirlo.

Ricapitoliamo: la rotta di Casini è per il Monti-bis, però senza un progetto di governabilità. Il centrodestra vuole il proporzionale. Il centrosinistra vuole una soglia di governabilità e ha già espresso che non chiederà a Monti di diventare presidente del Consiglio. Perché non si forma una coalizione di centrodestra più moderati per creare un polo forte e poter nominare Monti senza dover ricorrere al proporzionale?
Lo chieda a Casini, questo. O ad Alfano. E anche a Monti, che non è detto che sia d’accordo con l’idea di farsi sostenere da una maggioranza del genere. E vediamo cosa le rispondono.  

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