Un “eco-gioiello è per sempre”, dai materiali di scarto nascono oggetti preziosi

Un “eco-gioiello è per sempre”, dai materiali di scarto nascono oggetti preziosi

«Un diamante è per sempre». Ma anche un “eco-gioiello”. Come un anello creato dai tasti del pc che usiamo ogni giorno. Parliamo di oggetti preziosi nati dalla creatività di giovani eco-artisti in grado di modellare materiali che altrimenti sarebbero finiti in discarica inquinando. Come i Raee (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), le pile e gli accumulatori. Ma anche vecchi bottoni, plastica, carta e metalli.

Così i componenti di scarto di computer e televisori si sono trasformati in collane, orecchini, bracciali ed anelli. Mentre bottiglie di plastica e vecchi bottoni hanno dato vita a spille e gemelli. «Questi sono solamente alcuni esempi di come i rifiuti possono diventare oggetti di design e arte», spiega Walter Camarda, presidente di Ecolight, consorzio che mette in mostra alla fiera di Rimini “Ecomondo” le opere di artisti del riciclo assieme a quelle del progetto Raee in Carcere. «È inoltre un modo per stimolare una maggiore sensibilità ambientale ricordando che la buona pratica del riciclo può e deve diventare una forma d’arte quotidiana».

«Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma», diceva Antoine Lavoisier e ribadisce Ludovica Cirillo, giovane designer appena diciannovenne che ne ha fatto il moto del suo brand appena nato. Le sue opere, create dai materiali prelevati dalle discariche di Roma, sono state usate come lancio per questa sezione durante l’esposizione. E l’idea è di prendere contatti anche con le discariche di altri comuni d’Italia. «Mi piacciono le sfide – spiega Ludovica – in cui si mette in gioco la propria creatività con il concetto del riuso, oggi molto importante se si vuole evitare sprechi consumistici e contribuire a salvare il nostro pianeta dai rifiuti».

E i Raee rappresentano una delle sfide più grandi per Italia ed Europa, data la loro massiccia presenza nelle nostre vite. «Diventa necessario, quindi, raccoglierli e riciclarli non solamente per fornire importanti materie prime secondarie, ma anche per limitare la dispersione di sostanze inquinanti», spiega il direttore generale del consorzio Ecolight, Giancarlo Dezio.

Oltre all’evidente impegno ambientale il progetto ne vanta anche uno non meno significativo a livello sociale. Uno spazio espositivo, infatti, è stato riservato al laboratorio della cooperativa sociale Gulliver di Forlì, che coinvolge i detenuti nello smontaggio di Raee non pericolosi. Il progetto Raee in carcere per ora ha impegnato cinque detenuti, lavorando complessivamente circa 450 tonnellate di materiali riciclati, e dando spazio alla creatività di persone detenute in carcere.

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