L’ha presa male, molto male, Alessandra De Santis, direttrice artistica del Teatro delle Moire. Scesa dall’aereo si è messa al computer e ha buttato giù una letterina di piena rivendicazione femminile che ha spedito a Repubblica. Questa: «VOLO serale Ryanair Brindisi-Milano, 24 novembre. Dopo aver cercato di venderci qualsiasi cosa: panini, bibite, giornali, gratta e vinci, prodotti di profumeria e cosmesi, lo steward annuncia: “Gentili passeggeri, ora la mia collega Doris (il nome era un altro ma poco importa) passerà a mostrarvi un calendario che Ryanair ha organizzato con le più belle assistenti di volo di Ryanair che io vi consiglio personalmente. Il costo è di 10 Euro, se volete chiedete alla Doris”.
Ed ecco Doris passare tra i sedili con degli imperdibili calendari le cui copertine risplendono con le più belle Ryanairine in bikini e in pose che pretenderebbero essere sexy. Ora posso concedere allo steward di aver commesso una gaffe linguistica involontaria consigliandoci personalmente le assistenti al posto del calendario, ma l’iniziativa resta grottesca e offensiva. Il prossimo passo sarà: Doris e le altre passeranno offrendo ai gentili passeggeri “maschi o estimatrici” la possibilità di toccare qui e là in cambio di una tariffa che si potrà trovare sul prezioso catalogo Ryanair. Spero vogliate riconsiderare tale vendita sui vostri voli, iniziativa che riduce a mera merce una categoria professionale».
Al giornale è sembrato opportuno titolare così: «Hostess “in vendita” sul volo Ryanair».
Noi ci chiediamo se questa piccola storia sia effettivamente indicativa di un problema molto più grande e più diffuso, come l’ottundimento dei cervelli maschili rispetto alla dignità femminile, o se al contrario nasconda un’assenza, l’assenza di una terra di mezzo, quel lembo di territorio sociale in cui valutare con la misura necessaria, con l’intensità che merita, con la profondità del caso, questioni delicate come queste. Con una domanda, in premessa: è permesso trattarle anche con un minimo di ironia o è da escludere alla radice?
Ryanair ammanta la questione di solidarietà, un cielo sin troppo comodo sotto il quale riparare e ripararsi da possibili critiche. Racconta che il ricavato del calendario sarà devoluto a una fondazione polacca, la TVN Foundation, finanziata dalla tv di stato, il cui obiettivo è raccogliere fondi per costruire ospedali pediatrici e offrire assistenza ai bambini sordi, ciechi o malati di fibrosi cistica. Conoscendo i meccanismi che animano il marketing del cinico O’Leary, ogni anelito alla stupefazione è davvero fuori posto, quindi la cosa andrà valutata per quello che è: una trovata pubblicitaria con uso di corpo delle donne.
E qui siamo al punto dolente, perche la lettrice di Repubblica parla esattamente di «una iniziativa che riduce a mera merce una categoria professionale» come quella delle hostess. Possiamo parlarne in questi termini, anche se le protagoniste erano del tutto consenzienti e hanno vissuto in piena allegria, come potete notare da video, l’iniziativa aziendale?
Innanzitutto andrebbe sciolto il primo grumo: se una donna, di cui è perfettamente inutile valutare il grado di intelligenza, decide in pienissima autonomia (l’autonomia di cui dispone, naturalmente) di prestare la sua opera (il suo corpo, la sua bellezza esteriore) a un’operazione commerciale (anche di carattere pornografico, perché no) la sua iniziativa può (deve?) ricadere anche sulla responsabilità maschile, che generalmente sovrintende all’ideazione a all’organizzazione della cosa?
Il secondo grumo da sciogliere, invece, è tutto interno alla questione femminile. Quella stessa ragazza consapevole deve farsi carico anche di una questione più grande e più larga, pensando che con la sua iniziativa potrebbe mettere a repentaglio la dignità di un’intera categoria o invece ha tutto il diritto a una sua serenità di fondo perché con la solarità di una persona perbene ha dato libero sfogo all’allegria (essì, magari anche alla malizia…)? Il grado di tensione morale che ogni donna porta con sé non può essere giudicato eticamente a seconda della sua estensione, ma poi siamo così sicuri che un calendario come quello di Ryanair abbia davvero a che fare con una parola terribile come mercificazione?
In un tempo in cui fortunatamente la parola «femminicidio» ha assunto la sua piena dimensione, e qui Barbara Spinelli ce ne offre una splendida ricostruzione storica, forse può essere utile un esercizio di equilibrio nel misurare le nostre emozioni rispetto all’universo delle donne, sapendone cogliere anche le sfumature. Non sempre tutto è estremo, esecrabile, definitivo.