«In Consiglio Regionale si discuterà dell’indipendenza della Regione. Se il voto fosse legale, come auspico, sulla scheda io segnerei sì». Con queste parole, pubblicate sul suo blog Luca Zaia si sbilancia: sì al referendum richiesto dagli indipendentisti (la cui discussione a palazzo Ferro Fini è prevista per oggi, in una seduta straordinaria, dalle 10.30 in poi) e sì anche alla secessione. «Sono per l’indipendenza – continua – perché il Veneto ha determinati valori da tutelare e da promuovere e si sente senza dubbio più vicino alla Baviera che alla Calabria».
Via col Veneto, allora? Luca Zaia sa benissimo (anche se dice di auspicare il contrario) che l’indipendenza non è legale. Se mai avesse dei dubbi, gli basterebbe guardare l’articolo 5 della Costituzione, che definisce l’Italia come “una e indivisibile”. Eppure, dopo una corsa a ritmi serrati del movimento indipendentista Veneto Stato, culminata nella calendarizzazione della risoluzione (che porterebbe alla creazione del referendum), si spera davvero. Antonio Guadagnini leader del movimento, parla di «occasione storica», che il Consiglio Regionale non deve perdere. «Non diteci solo che il popolo veneto ha il diritto di autodeterminarsi, questo lo sappiamo già». I consiglieri non devono «farsi condizionare da discutibili impedimenti giuridici». E lancia un appello, al Consiglio e ai cittadini veneti, perché vengano in massa a osservare i lavori.
Nel testo della risoluzione che dovrà essere discussa in mattinata, i militanti di Veneto Stato si rifanno al diritto all’autodeterminazione dei popoli, sancito dall’Onu, e citano la Costituzione italiana, nella parte in cui afferma che lo Stato italiano deve adeguarsi ai trattati internazionali. Si aggiunga al diritto naturale del popolo veneto a vedere riconosciuta la sua indipendenza, e la convergenza con movimenti paralleli in tutta Europa. La Scozia nel Regno Unito, ad esempio, o la Catalogna, che proprio in questi giorni ha visto vicina l’idea del referendum per l’indipendenza. A questo proposito Veneto Stato considera un successo l’ultima votazione catalana. I voti indipendentisti, anche se distribuiti su partiti diversi, del resto sono aumentati.
In ogni caso, fin dalla vigilia hanno soffiato venti di scetticismo si stanno levando nelle ultime ore: brucia ancora il ricordo del 1998, quando al Consiglio Regionale venne presentata una risoluzione simile da parte della Liga (che si era separata dalla Lega). In quel caso il testo passò, con il voto anche di Giancarlo Galan, ma poi restò lettera morta. E oggi? Sembra che non cambierà molto, ma l’endorsement di Zaia forse può voler dire di più di una condivisione di principio. Può essere una scelta di un manifesto politico. Perché il Veneto non se ne andrà, ma non resterà con le mani in mano.