Oggi è stato il suo ultimo giorno di lavoro. Quello da insegnante di sostegno, nella scuola elementare di Pula, nel cagliaritano. E da lunedì comincerà a fare la senatrice. Manuela Serra, eletta tra le fila del Movimento cinque stelle, è la prima sarda a Palazzo Madama nella storia dell’isola. I cinque stelle che partiranno alla volta del “continente” sono in tutto sei, quattro alla Camera, due al Senato.
Quarantuno anni, due lauree e un master, quando Manuela Serra parla del suo nuovo lavoro romano si emoziona. Ancora non si rende conto di quello che le aspetterà, dice. Ma difende il movimento: «Anche prima di noi ci sono stati politici entrati in Parlamento senza avere esperienza in politica. Non abbiamo inventato niente. Porteremo in politica la forza dei cittadini comuni».
Manuela, con oggi ha chiuso con la scuola?
Oggi ho chiesto le mie dimissioni. Sono emozionata e anche un po’ preoccupata. Si sta manifestando un sistema di enormi responsabilità davanti a noi, ma confido nell’unione di tutto il movimento. Otto milioni di persone ci hanno votato. È spettacolare che il cittadino sia effettivamente diventato sovrano. Ritrovare questo in noi è una gioia infinita. Abbiamo la grande responsabilità di governare. Confido di trovare la giusta chiave per farlo. Ma ritornerò a lavorare nella scuola una volta finita questa esperienza, io sono una maestra, non voglio fare la politica di professione.
Molti dicono che non siete pronti per i lavori parlamentari. Avete studiato? Capito come funzionerà la vita in Parlamento?
Abbiamo a disposizione un gruppo di costituzionalisti che ci aiuteranno nel nostro cammino, come è sempre stato. Anche prima di noi ci sono stati deputati e senatori senza alcuna esperienza politica precedente. Al Senato e alla Camera ci sono persone che fanno da consulenti da sempre. Noi non abbiamo inventato nulla. Non ci sentiamo soli. Il diritto costituzionale è dalla parte del cittadino. Tv e giornali creano una certa ansia per quello che potrebbe succedere. Nella realtà invece ci sono tante persone che ci esprimono la loro gioia e vicinanza. Porteremo in Parlamento la forza dei cittadini comuni.
Cosa faceva la “cittadina comune” Manuela Serra?
Dopo la prima laurea, ho fatto l’educatrice di strada con ragazzi disagiati per tanti anni. Poi ho capito che bisognava entrare nella scuola per essere effettivamente a contatto con le nuove generazioni e quindi ho preso una seconda laurea. Sono stata inserita nelle graduatorie permanenti per gli insegnanti di sostegno dal 2007. E da allora ho seguito tutto l’iter che seguono tutti i precari della scuola. Adoro il mio lavoro come insegnante di sostegno. Per questo ho fatto anche un master, che mi permette di lavorare con i bambini autistici. La scuola è la mia vita.
Non viene proprio dal disimpegno, quindi.
Non sono mai stata iscritta ad alcun partito politico. Sono una mamma e una cittadina che ha sempre portato avanti un certo impegno civico. Sono entrata nel Movimento cinque stelle dai suoi albori, dal V day in poi. Sono stata inserita quando a Cagliari è stata presentata la lista. E poi è stata una sorta di onda che ha travolto tutto. Soprattutto negli ultimi mesi. Sembrano passati anni, sono stati giorni di grande impegno.
E ora come pensa di organizzare la sua vita? Si dividerà tra Cagliari e Roma?
Ho una bambina di quattro anni. Dividermi da lei sarà doloroso. Confido nell’aiuto della famiglia e nella mia capacità di poter comunque preservare dei momenti con lei. So che questo lavoro sarà faticoso, ma ce la metterò tutta.
Quali saranno le sue proposte da prima senatrice sarda?
Nel mio lavoro in Senato ci saranno diverse proposte che riguardano la Sardegna. Non potrebbe essere altrimenti. Adoro la mia terra, sono escursionista, vado in canoa. La mia terra è la mia vita. Bisognerà puntare su ambiente, turismo, lavoro. Sono questi i valori del nostro territorio. La Sardegna è un gioiello distrutto e defraudato. Ci sono stabilimenti industriali che hanno inquinato la nostra terra, il nostro mare. Bisogna restituire valore e dignità ai nostri contadini, ai nostri pastori. È un lavoro infinito ma confido nella volontà dei cittadini sardi che finalmente stanno alzando la testa.
Quali sono invece le urgenze che solleverà sulla scuola, che è il mondo da cui proviene?
La scuola pubblica è stata spolpata, defraudata di tutto. Io, che vengo da questo mondo, comincerei proprio dalle piccole cose. Dal cancello delle scuole, dalle aule, dai banchi dei bimbi, dalle sedie, nella maggior parte dei casi rotte e usurate. Fino alla didattica, al numero di insegnanti per alunni.
E per i precari della scuola, che è il mondo da cui proviene?
Da soli i sindacati non possono far niente. I tagli devono esser fatti in una certa maniera. Serve una coordinazione dei lavori seria che restituisca dignità e valore agli insegnanti.
Dovrà discutere queste cose con i parlamentari degli altri partiti, però, quelli che avete tanto criticato in questa campagna.
Confido nella possibilità di costruire un dialogo, di trovarmi davanti persone disposte ad ascoltare. Tutto comincia dal dialogo: ci vorrà del tempo, nulla si può fare dall’oggi al domani.
E i vostri stipendi? Cosa pensate di farne?
C’è una serie di privilegi inutili e di sprechi che noi vogliamo eliminare. Sicuramente taglieremo i nostri stipendi. L’idea è quella di creare una sorta di banca sociale di Stato in cui vengono raccolti i soldi risparmiati da riutilizzare per creare sistemi per dare valore alle imprese, per l’occupazione e l’imprenditoria femminile.
Ha già trovato casa a Roma?
Per il momento no, mi appoggerò a un bed and breakfast.
E al nuovo look da sentarice ha già pensato? Non potrà andare a Palazzo Madama con le scarpe da ginnastica.
Sì, in effetti dovrò pensarci (ride). Vesto molto sportivo. I miei amici mi prendono in giro chiedendomi se ho già comprato i tacchi per Palazzo Madama. Per fortuna ci sono anche scarpe basse ma eleganti. Sappiamo che bisognerà seguire un codice anche nell’abbigliamento. Saremo pronti anche per questo, non mancheremo.