Il Pentagono ora sperimenta l’elettronica suicida

Il Pentagono ora sperimenta l’elettronica suicida

Se porta la firma Darpa, c’è da scommettere che sarà rivoluzionario. La Defence advanced research project agency, l’ente alle dirette dipendenze del dipartimento della Difesa americano autore dell’Arpanet, l’antenato di Internet, sta sviluppando una nuova generazione di apparati elettronici militari. Vapr, Vanishing programmable resources, questo il nome del programma, promette di dotare gli equipaggiamenti dei soldati Usa con la stessa affidabilità e robustezza attuali, ma di aggiungere anche una nuova fondamentale caratteristica: la transitorietà. Creerà cioè strumenti in grado di degradarsi parzialmente o totalmente, o di dissolversi del tutto secondo le necessità, diventando da quel momento inutilizzabili per chiunque.

Negli ultimi anni sono molti i programmi con cui gli eserciti di più Paesi si sono dotati di equipaggiamenti pensati per moltiplicare il valore bellico del singolo soldato: aumentare la letalità verso il nemico, la mobilità, l’interoperabilità con i compagni di un team, la potenza di fuoco e le capacità di sopravvivenza sia al fuoco avversario che alle condizioni ambientali estreme. È il caso della Bundeswehr, l’esercito tedesco e del programma Infanterist der zukunft (IdZ), Fante del futuro. Ma programmi simili si trovano già nelle Forze Armate di numerosi Paesi. Nell’esercito italiano, ad esempio, è in pieno sviluppo il Soldato futuro, in Repubblica Ceca si lavora al Voják 21° století, Soldato del XXI secolo, e al di là delle Alpi al Félin, Fantassin à équipement et liaisons Integré dell’Armée de Terre francese. L’Australia possiede il Land 125 soldier combat system, detto anche Project Wundurra, che nella lingua degli aborigeni significa «guerriero». E negli Stati Uniti c’è, ovviamente, un Future Land Warrior.

Componenti fondamentale di tali programmi nella loro fase più matura, al momento non ancora compiuta, è l’esoscheletro, una sorta di muscolatura artificiale (ricordate Sigourney Weaver che combatte l’alieno dall’interno di un gigantesco utensile robotico?) in grado di moltiplicare la forza fisica e l’agilità delle truppe. L’altro componente, o meglio, un insieme di componenti, è invece già realtà. La fotografia in apertura ritrae un cyber-infanterist tedesco. Il suo equipaggiamento prevede una quantità di apparati e dispositivi indispensabili per poter vedere sia di giorno che di notte, calcolare la propria posizione, comunicare con altri membri di una squadra e con il Comando, trasmettere o ricevere dati e puntare le armi individuali con precisione in ogni condizione meteo e di luce. Prestazioni preziosissime sul campo di battaglia e che presto saranno la norma in tutti i reparti perché rese possibili dalla miniaturizzazione spinta dei componenti elettronici e dall’abbassamento dei loro costi.

Ma la diffusione di questi sistemi porta con sé un problema molto serio: se durante un ripiegamento tattico o una ritirata, oppure in caso di morte o cattura del soldato, l’equipaggiamento va perso o dev’essere abbandonato in tutta fretta, il nemico può impadronirsene, carpire i segreti del suo funzionamento o, nella peggiore anche se non molto probabile delle ipotesi, violare i codici che permettono le comunicazioni criptate e lo scambio di informazioni in sicurezza. Insomma, tutte conseguenze altamente indesiderabili che possono compromettere il prezioso vantaggio tecnologico e che dunque vanno evitate.

Ecco allora il senso del programma Vapr. «La normale elettronica commerciale a uso civile, quella progettata per l’uso di tutti giorni, ha una durata quasi eterna – ha spiegato Alicia Jackson, responsabile dei programmi alla Darpa – mentre noi stiamo cercando il modo di farla durare esattamente il tempo che occorre. In un dispositivo transitorio Vapr il conto alla rovescia che porterebbe al suo degrado o dissolvimento potrebbe essere inviato con un segnale dal comando militare, oppure essere innescato da qualsiasi condizione ambientale, per esempio dalla temperatura».

Con un documento del tipo Special notice che porta il codice SN-13-19, l’Agenzia ha annunciato un Proposers’ Day rivolto alla comunità scientifica e sponsorizzato dal proprio Microsystems Technology Office. Il workshop s’è tenuto oggi presso il Capitol conference center di Arlington, in Virginia. Gli invitati sono stati introdotti ai contenuti e agli scopi del programma Vapr, ma sono anche stati favoriti i contatti tra coloro che potrebbero costituire dei team in grado di portare a sviluppi significativi. È previsto poi un appuntamento successivo in cui verranno presentati i risultati ottenuti in termini di ricerche su materiali, dispositivi, metodi di progettazione, processi produttivi e di integrazione. Il programma porterà a un dimostratore tecnologico che potrebbe anche essere un sensore ambientale o biomedico capace di comunicare con un utente in remoto.