Si dimettono tutti: Fermare il Declino non ha più capi

Silvia Enrico lascia il giorno dopo aver imposto la sua linea

«Eh sì, è vero». Anche Silvia Enrico (che aveva a suo tempo sostituito Oscar Giannino) ha lasciato Fare per Fermare il Declino. Con lei si scioglie la Direzione nazionale e via via, tutto il movimento smbra andare verso lo sfascio. Ma che succede? Proprio ieri era passata la sua linea (con uno scarto minimo di un voto: 8 a 7 più un astenuto), se ne era andato sbattendo la porta uno dei padri “intellettuali” – il professore Michele Boldrin – e il caos sembrava, se non domato, almeno confinato.

E invece? «Invece il clima intorno alla Direzione Nazionale era già teso da un bel po’ di tempo, com’è noto». La battaglia è stata fino all’ultimo voto, «per far passare una linea chiara, per arrivare fino alle elezioni dei congressi, entro fine marzo, e presentarsi alle elezioni Comunali». Ma non è servito: «Troppa sfiducia su di noi: la mia è stata una scelta di responsabilità. Ho visto che non si riusciva a tenere tutti insieme. Ci sono troppe divergenze: il movimento rischiava di spaccarsi», e c’è da dire che non è un movimento grandissimo.

«Appunto, le dimensioni sono già contenute. Qui la gente cambia idea, se ne vanno, non gli va più bene. E che cos’altro devo fare?» Nulla. Lei ha scelto di dimettersi, e tutti gli altri organi hanno fatto lo stesso. Il partito si è fermato? «Eh, non lo so». Però, sta di fatto che ora non c’è più alcun organo direzionale.

Tutto il male per Fare, si sa, è cominciato poco prima del voto, quando Zingales ha denunciato il curriculum fasullo di Giannino. Poi, è arrivata la batosta delle elezioni, «ma l’1% non può essere solo colpa degli incidenti interni», spiega. «Ma è stata una delusione lo stesso, e grande». Da quel giorno non si è più ripreso. «Io ho lasciato, perché non si poteva andare avanti così». Ma si può andare avanti in altri modi? Non siamo al “tutti a casa”? «Sarebbe un dispiacere, un dispiacere grande. Tutto quello che ci abbiamo messo, il tempo, le energie, non lo si può buttare via, senza riuscire a fare confronti seri e costruttivi». Certo. «Gli insulti non fanno bene a nessuno, e chi è in disaccordo non può sempre sbattere la porta e insultare gli altri». 

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