«Continuano a non credermi». È quanto ha detto Amanda Knox, al telefono con uno dei suoi legali. «Era agitata poi si è calmata -ha spiegato l’avvocato Luciano Ghirga- Dice che continuano a non crederle». Torna alla Corte d’Appello il processo sul delitto di Meredith Kercher, la ragazza inglese assassinata a Perugia nella notte tra il primo e il due novembre 2007. I due imputati, Raffaele Sollecito e Amanda Knox, dovranno comparire nuovamente davanti ai giudici, ma questa volta davanti alla Corte d’assise d’appello di Firenze. Nel corso della requisitoria, il procuratore generale della Cassazione, Luigi Riello, aveva duramente criticato i giudici d’appello: «In questo processo il giudice di merito ha smarrito la bussola», ha detto Riello. «Ci sono tutti i presupposti perché non cali il sipario su un delitto sconvolgente di cui per ora resta come unico condannato Rudy Guede». La sentenza di secondo grado aveva assolto i due ragazzi imputati del delitto assieme a Rudy Guede. Per i legali della giovane di Seattle è «una vittoria morale e processuale». La Cassazione ha invece confermato la condanna a tre anni (già scontata nel periodo di custodia cautelare) inflitta alla ragazza americana per il reato di calunnia ai danni di Patrick Lumumba, il musicista del Congo additato come autore del delitto. (Adnkronos, Agi)