1. Capirne di più Joseph Eugene Stiglitz, premio Nobel dell’Economia, classe 1943, professore della Columbia di New York, è più simpatico da quando si è schierato con il movimento Occupy Wall Street. Il suo nuovo saggio tratta Il prezzo della disuguaglianza (Einaudi). Il problema non è difendere la ricchezza, ma salvare dal precariato, dalla fame e dalla rabbia le generazioni 1.000 euro: «Viviamo in un mondo in cui enormi bisogni restano insoddisfatti: mancano investimenti che facciano uscire i poveri dalla povertà. Manca la convinzione non soltanto che ci sia qualcosa di sbagliato, ma anche che un cambiamento sia possibile».
2. Innamorarsi ma Dove sono gli uomini? (Chiarelettere). Simone Perotti, classe 1965, fa un’indagine sul campo intervistando sessanta donne belle, intelligenti e con i letti vuoti. La principessa triste non trova un fidanzato alla sua altezza, la cougar combatte l’invecchiamento con i toy boy, l’amante passa le vacanze da sola. Poi ci sono quelle abbandonate dagli ex mariti, invaghite di truffatori conosciuti in chat, mandate al pronto soccorso dalle botte dei fidanzati. La conclusione di Perotti conferma i nostri dubbi sul principe azzurro: «Gli uomini sono nei locali notturni, in Svizzera, oltre confine. Sono in ufficio tutto il tempo che possono. Sono nei pochi sport maschili rimasti. E sono su internet nei ritagli che restano».
3. Diventare mamma Nel Paese dei nani e della ballerine guai a parlare di grandi temi. E invece Simona Sparaco, classe 1978, cambia genere dopo un paio di commedie rosa e con il suo nuovo romanzo Nessuno sa di noi (Giunti) si guadagna, dicono, la candidatura al Premio Strega. La cosa incredibile di quando perdi un bambino durante le gravidanza è che sopravvivi. Serviranno tempo, disciplina, magari lo psicologo e qualche pillola, ma arriverà un giorno in cui ti sveglierai e avrai di nuovo voglia del parrucchiere, di un massaggio, di un aperitivo. Con un angioletto che veglierà sulla tua vita riattaccata con lo scotch. Nel libro della Sparaco ispirato a storie vere ci sono gli stati d’animo di chi ci è passato, dal senso di colpa delle mancate mamme alla difficoltà di ricominciare a sorridere. Con l’aggravante delle leggi italiane, inadeguate sui temi bioetici più che negli altri settori. L’aborto terapeutico oltre la ventisettesima settimana è vietato. Le coppie che hanno soldi vanno a curarsi all’estero, le altre si fregano.
4. Un classico Caterina, la figlia di Antonio Socci è uscita dal coma ridendo. Sua madre le stava leggendo Il giovane Holden (Einaudi) di J. D. Salinger. Nell’edizione originaria c’era un cavalluccio rosso in copertina, prima che Salinger impazzisse, vivesse da eremita e minacciasse cause legali contro chiunque. Ma alla fine, dove vanno le anatre di Central Park, quando il lago ghiaccia? “Voglio dire, vanno a prenderle con un camion o vattelappesca e le portano via, oppure volano via da sole, verso sud o vattelappesca?”.
5. Bibliofollia A Milano c’è la Biblioteca Ambrosiana fondata da Federigo Borromeo e ventiquattro biblioteche comunali che funzionano benissimo. A Roma c’è l’inaccessibile Biblioteca Vaticana. A Parigi la Bibliothèque nationale del cardinale Mazarino. E poi le raccolte di Oxford e Cambridge, la New York Public Library sulla Fifth Avenue e la Morgan Library, la biblioteca di Buenos Aires dove lavorava Borges, la biblioteca al secondo piano di casa Leopardi a Recanati. Il saggio più divertente della stagione è Lo scaffale infinito (Ponte alle Grazie) di Andrea Kerbaker. Un viaggio lungo sei secoli tra i collezionisti di tutto il mondo: da Petrarca, il primo bibliotecario moderno, al nume tutelare Umberto Eco. L’autore è persona informata dei fatti: classe 1960, collezionista, ha iniziato a comprare libri a 16 anni e non si è mai fermato. Ne ha 25.000.