Il pallino passa nelle mani di Giorgio Napolitano. Sarà lui a cercare di risolvere le «preclusioni» incontrate dal leader del Pd e annunciate questa sera al termine di un lungo colloquio al Colle. E il Presidente lo farà rapidamete. Il nuovo giro di consultazioni partirà già domattina alle 11:00.
«L’esito delle consultazioni non è risolutivo», ha detto il Segretario generale del Quirinale Donato Marra poco prima delle 20:00. «il Presidente Napolitano si riserva di prendere senza indugio iniziative che gli consentano di accertare personalmente gli sviluppi politici del quadro politico istituzionale».
Subito dopo l’annuncio di Marra, ha preso la parola il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani, che ha dichiarato: «Ho riferito al Presidente l’esito non risolutivo delle consultazioni. Ho spiegato le ragioni e illustrato gli elementi condivisi e non. Ho descritto anche le difficoltà derivate da preclusioni e condizioni che non ho ritenuto accettabili. Queste sono le mie conclusioni, che dipenderanno dai suoi accertamenti».
Bersani ha confermato di non avere i numeri necessari per garantirsi una maggioranza certa in Senato, requisito indispensabile posto da Napolitano al momento della consegna del mandato esplorativo al leader Pd.
E anche se dal Nazareno precisano: «Bersani non ha rinunciato», la palla torna ora al presidente della Repubblica. Il mandato affidato a Bersani lo scorso venerdì è diventato impraticabile negli ultimi giorni, con le condizioni poste dal Pdl, il no secco del M5s, e infine oggi la chiusura del montiani.
«Bersani è in un vicolo cieco», aveva detto solo ieri il segretario del Pdl Algelino Alfano «La vicenda è chiusa. Sta a lui, ora, rovesciare la situazione, se vuole e se può, nell’interesse del Paese». Immediata la replica del Pd: «Se le parole di Alfano fossero un’allusione a un’eventuale trattativa sul Quirinale il Pd non sarebbe disponibile».
Più tardi era giunto anche il no secco dei grillini. “Nessuna fiducia al governo Bersani, né alla Camera né al Senato”, avevano risposto i capigruppo del Movimento 5 Stelle alla richiesta del premier incaricato di «prendersi un pezzetto di responsabilità». Un no votato in assemblea e poi ripetuto nell’incontro con Bersani trasmesso in diretta streaming.
Poi più tardi, con un post su Facebook, Vito Crimi, capogruppo M5s al Senato aveva aggiunto: «Se il presidente Napolitano non dovesse assegnare a Bersani l’incarico di formare un nuovo governo, il percorso delle consultazioni riprenderebbe il suo iter, nel quale, come già puntualizzato, il Movimento Cinque Stelle si assumerà la sua responsabilità politica, proponendosi direttamente per l’incarico di formare una squadra composta da nominativi nuovi, in grado di avere il sostegno della maggioranza e dunque la possibilità e l’onore di proporsi per la guida del paese».
Oggi infine la chiusura dei montiani, che con una nota hanno dichiarato: «A quarantott’ore dall’incontro con Pierluigi Bersani poco si è visto delle proposte che avevamo sollecitato nel confronto con il presidente del consiglio incaricato», lamentando la mancanza di «contenuti riformatori» e il coinvolgimento «più consistente» del centrodestra.
«Basta alchimie, adesso serve un governo di scopo», ha detto poi Montezemolo. E Pietro Ichino spiega che i montiani chiedono a Napolitano un «arbitrato politico» per una convergenza pragmatica sui provvedimenti economici piu’ urgenti e una nuova legge elettorale con un ritorno al Mattarellum.
Il Presidente Napolitano proverà ora a sciogliere i nodi rimasti irrisolti con Bersani. E tra i retroscenisti l’ipotesi più accreditata è quella di un «governo del Presidente», da affidare a una personalità stimata e di alta caratura, un esecutivo emanazione diretta della volontà del Presidente. Napolitano avrebbe già in mente un nome a cui affidare il nuovo incarico. E questo giustificherebbe l’enfasi di quel «senza indugio» riportato dal Segretario Marra.
Scivola sempre più lontano invece l’ipotesi del «governissimo» avanzata dal Pdl.