E con la crisi torna in voga l’uomo tuttofare

Storie di città

MILANO – Dalla finestra del bar di via Pacini dove beve un bianco prima di tornare al lavoro, Roberto indica i palazzi attorno: «Al 76 ho fatto antenne e citofoni, in via Viminale 5 l’impianto elettrico. A una signora pensionata qui dietro ho montato il boiler. Mi ha detto che non aveva i soldi per pagarmi perché ritirava la pensione a fine mese. Quando le è arrivata mi ha chiamato e sono andato a prenderli». «“Ma lei fa proprio tutto?”, mi chiedono. “Sì, meno che lavare i vetri”, rispondo».

Roberto, 49 anni il prossimo maggio e due figlie, a Lambrate lo conoscono come l’«Uomo di fiducia». È un elettricista nato a Milano (San Giovanni per la precisione), che ha trovato il suo modo di lottare contro la crisi. Lascia piccoli volantini rosa in tutti i bar di Lambrate. Li ha intitolati proprio così: l’Uomo di fiducia. Sotto, l’elenco di tutti i lavori che sa fare: dagli impianti elettrici agli allarmi, dall’idraulica agli impianti satellitari, box e saracinesche. Ed è disponibile anche per pronti interventi notturni. «Io sono elettricista, ma con la crisi bisogna reinventarsi», dice. «E io mi rendo disponibile per tutto quello che so fare».

Ha sempre lavorato in proprio, Roberto, dopo pochi anni passati sui cantieri insieme allo zio. «Avevo 14 anni, mio zio mi mollava sul cantiere e lasciava che fossi io a prendere accordi con architetti e ingegneri. È lì che ho imparato a fare tutto. Basta osservare». Quando Roberto cresce, apre la sua azienda, la Denny Impianti, col nome della prima figlia Denise. Ha una squadra di 12 ragazzi, e fa impianti elettrici di interi condomini. Poi la crisi, e da 12 si scende a uno solo. Roberto da un annetto lavora senza aiutanti. Gli affari non gli vanno male.

I volantini che lascia nei bar spariscono in pochi giorni. Merito di quel titolo. «Se do in giro biglietti da visita col nome dell’azienda, la gente dice: “Ah, è un’azienda, chissà quanto costa”. Invece così creo fin da subito un rapporto diverso. Poi, quando entro in casa ci metto poco a creare un buon rapporto. Faccio un bel lavoro, con buoni prezzi, e la gente mi richiama». La maggior parte delle chiamate che riceve, oggi, sono di persone che hanno trovato il suo volantino. «Mi cercano anche per piccoli lavori. Prima facevo grossi impianti in interi condomini, ora lavoro negli appartamenti, e la gente mi chiama per fare un lavoro alla volta: spezzettano le cose perché non hanno abbastanza soldi per pagare tutto in una volta. Così mi capita di tornare nella stessa casa a distanza di sei mesi».

In realtà, spiega Roberto, lavorare con piccoli clienti è più sicuro che fare grandi impianti. Certo, significa programmare i lavori a giornata anziché avere grossi cantieri in cui restare più settimane, ma i piccoli clienti pagano sempre. «Ti chiamano se sono sicuri di poterti pagare». La strategia di Roberto sta facendo scuola. «Qualche settimana fa ho visto in un bar di Cinisello un biglietto come il mio», racconta. «Diceva così: “Tuo marito non ha voglia di fare niente? Chiamami, faccio tutto io”». «Ho visto anche un furgoncino, sopra c’era scritto: l’Angelo della casa».

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