In nemmeno sei giorni di incarico ha già prodotto una miriade di esternazioni multitasking. Solo tra ieri e stamattina l’attivismo del neo presidente del Senato, Pietro Grasso, sta sfiorando la bulimia. Nell’ordine: la gaffe, a consultazioni aperte, sulla disponibilità, naturalmente per il bene del paese, a guidare il governo; l’annuncio della volontà di dimezzarsi lo stipendio; la telefonata serale a Servizio Pubblico per litigare con Marco Travaglio che lo stava screditando e sfidarlo a duello televisivo; la risposta via twitter a Corrado Formigli per accettare l’invito del conduttore a Piazza Pulita, il luogo ipotizzato per il duello rusticano con Travaglio; infine stamattina, su molti giornali, la manchette pubblicitaria del nuovo numero de L’Espresso su cui campeggia la sagoma dell’ex magistrato. Dentro c’è una lunga intervista in cui Grasso racconta il suo programma al Senato ma, se serve, evidentemente, per qualsiasi altra poltrona che conta. E siamo solo a venerdì della prima settimana di permanenza a palazzo Madama. Va bene che la legislatura si preannuncia cortissima e ogni neo eletto viene preso da una sorta di ansia da prestazione. Però, presidente, si contenga. Palazzo Madama non è un microfono aperto ma la casa della seconda carica dello stato!