Giovedì e venerdì a Bruxelles si terrà un importante vertice Ue. L’agenda dei lavori prevede la discussione sulla crescita (che non c’è) e sui programmi di riforma dei singoli stati membri, sempre più da condividere in ambito comunitario. In questo caso entro aprile. Ma questo Consiglio europeo è molto più importante di quel che faccia trasparire la semplice agenda approvata. Almeno per due motivi. Uno. Ci si arriva con la terza economia del continente, l’Italia, in piena recessione e avvitata in uno stallo politico molto rischioso. Due. La vera posta in palio del vertice è avviare un negoziato sul futuro stesso dell’Unione europea, cosa vorrà essere da grande, finita la stagione funzionalista. Dunque quali strategie darsi per sostenere e consolidare la moneta unica, quali passi fare per avvicinarsi sempre più all’unione politica, per molti l’unica soluzione per uscire definitivamente dalla tremenda crisi di questi anni, e quali ricette di politica economica per superare la spirale “recessione-austerity-cicli elettorali-crescita-tenuta sociale”. Sarà disposta Bruxelles a concedere più risorse per crescere in un continente dove i disoccupati sono saliti a quasi 25 milioni? Naturalmente dall’atteggiamento dell’Italia, da come si muoverà il prossimo governo, dipenderà molto del futuro stesso dell’Europa. In proposito pubblichiamo sotto due interventi a specchio, dialettici sul futuro dell’Europa e su quale ruolo debba avere un importante paese fondatore come l’Italia.
11 Marzo 2013