Grillismi d’Europa. A ben guardare, il Movimento 5 Stelle rappresenta un unicum in tutto il panorama europeo. Nonostante i partiti e movimenti di protesta siano diffusi in tutti i paesi, non c’è, al momento, un fenomeno analogo. Il Movimento di Beppe Grillo si presenta come una entità nuova, e non riconducibile a formazioni precedenti. È strutturato, ha una serie di regole e principi e obiettivi molto chiari, alcuni di questi condivisi con altre formazioni politiche internazionali. Dimostra, come è avvenuto nelle ultime elezioni, di avere un forte seguito popolare. Tutti caratteri, questi, che non si riscontrano altrove.
Che succede nel resto d’Europa? Detto alla grossa, si ondeggia tra la visione del Partito dei Pirati (presente del resto anche in Italia) e le proteste di piazza degli “indignati” di Spagna e Portogallo. Si aggiunga che molte delle istanze di trasparenza e anti-austerity vengono fatte proprie da alcuni partiti già presenti sulla scena, di destra e di sinistra: come Alba Dorata in Grecia o il Front National di Marie Le Pen. O Syriza, sempre in Grecia.
Quello che li unisce, in larga misura, è il carattere di protesta. Ci sono temi che riemergono: l’euroscetticismo (che però Grillo non incarna, ma asseconda soltanto), il rifiuto di politiche di austerity (e questo capita soprattutto nei paesi che le subiscono, come la Grecia e il Portogallo) e la grande importanza data alla rete e al web, per molti portatore di politiche più trasparenti e a favore del cittadino. Anche la corruzione della classe dei governanti è un altro dei leit-motiv che corre per le piazze del continente.
Nulla di davvero originale, forse. Le esperienze spagnole del 2011 (quelle degli Indignados) hanno acceso passioni e promosso iniziative di ogni genere, con dibattiti fino a tarda ora nelle piazze. Si è pensato a riforme e nuove idee, ma il risultato principale è stato spazzare via il governo Zapatero. Il movimento, che torna a protestare di tanto in tanto, ha perso forza e attrattiva. Il Portogallo conosce la medesima stagione adesso: anche qui, ci sono proteste di piazza senza grandi strutture in grado di convogliare il malcontento (in questo caso contro la Troika), ma non sembra che si riesca a crearne un nuovo movimento politico definito. Anche in Romania e Repubblica Ceca ci sono state proteste e tumulti ma, anche qui, disordinate e non strutturate.
Il Partito dei Pirati, invece, è un movimento strutturato, che ha espressioni in tutta Europa coordinate a livello internazionale. Fonda la propria identità nella battaglia per la trasparenza dei dati e per l’apertura delle conoscenze. Contro i brevetti e il diritto d’autore. Un partito che nasce sul web, ha come parola d’ordine “democrazia digitale” e si propone come metodo quello di Liquid Feedback, per creare sondaggi e votazioni su internet. La grande anima web è il tratto più forte che lo accomuna al M5S, oltre alla battaglia per la trasparenza dei dati.
Il quadro che ne emerge, in generale, è quello di un’Europa agitata e divisa: a gettare fuoco sulla benzina sono senz’altro le condizioni economiche, per molti sempre più difficili, e l’instabilità che ne consegue. Ne deriva anche la perdita di fiducia nella classe politica e nelle grandi istituzioni finanziarie, e il rilancio di idee e sistemi diversi e alternativi al capitalismo. In tutto questo si impone il web: punto di incontro, di scambio di idee, anche laboratorio di sogni politici per immaginare (e forse anche realizzare) forme di democrazia diverse e più accessibili. Meno mediate. Ma resta ancora il vecchio mondo, di cui occorre sbarazzarsi: con folle in piazza e nuove formazioni politiche, per prendere voti e consensi. Fino a entrare, come ha fatto in modo sbaragliante Beppe Grillo, nella stanza dei bottoni. E si vedrà cosa faranno.